Le donne del 6º piano

Lo si può vedere come una buona commedia romantica francese che non richiede particolare attenzione e ripaga tranquillamente le aspettative. Va benissimo così, ma si spreca buona parte del lavoro di Philippe Le Guay (sceneggiatura e regia).

Volendo, si può prestare attenzione al lavoro del cast che, oltre al protagonista Fabrice Luchini, include anche Carmen Maura e Lola Dueñas. Magari si può notare che le due spagnole hanno una certa esperienza almodovariana, e chiedersi come mai siano state scelte, oltre che per la loro innegabile bravura. La componente spagnola nel film viene pure risaltata dalla adeguata colonna sonora, firmata da Jorge Arriagada, disegnata anche per sottolineare anche le atmosfere di un tempo ormai lontano.

Siamo infatti nei primi anni sessanta a Parigi, al centro della storia c'è la famiglia medio-alto borghese dei Joubert, e in particolare del capofamiglia Jean-Louis (Luchini). Il quale ha ereditato dal padre un lavoro che gli permette una vita agiata, ma per il quale non prova quasi nessun interesse. Non gli va meglio nemmeno nella vita privata, con un matrimonio che è evidentemente diventato pura routine e due figli che conosce appena.

Questa esistenza da zombie viene travolta dal cambio di governante, l'arrivo della giovane María (Natalia Verbeke) lo porta ad interessarsi all'esistenza delle donne di servizio del caseggiato, alloggiate all'ultimo piano in misere condizioni. E questo lo porta a farsi domande che finiranno per spingerlo a cambiare vita.

Oltre alla trama rom-com, c'è dunque pure una velata critica sociale che possiamo tranquillamente trasporre ai nostri giorni. Del resto, giusto all'inizio vediamo che i Joubert cambiano la precedente governante (bretone, mi pare di ricordare) con una spagnola lamentandosi che le francesi non hanno più voglia di lavorare. Adesso si fanno venire a fare questi lavori persone da angoli più remoti del mondo (Filippine, ex-URSS, ...) ma il concetto resta lo stesso.

C'è pure un accenno, ancor più felpato, sul sessantotto. Si intuisce infatti che i due giovani Joubert siano sul punto di abbracciare la contestazione, li sentiamo fare discorsi egalitari pseudo-rivoluzionari, ma li vediamo anche comportarsi da privilegiati che non hanno nessuna intenzione di applicare realmente i principi che sbandierano con il solo scopo, mi vien da pensare, di mettere in imbarazzo i genitori.

Ma non si spaventi lo spettatore che vuole qualcosa di semplice, tutte queste tematiche sono lasciate sullo sfondo, e a dominare è lo stralunato stupore del protagonista che scopre di voler buttare alle ortiche la sua precedente vita e ricominciare da capo, e il bel sorriso di María.

2 commenti:

  1. Vero che Carmen Maura non puo' non far pensare ad Almodovar! Le donne del sesto suggerisce più che sbandierare, e credo sia il motivo per cui in Italia é passato relativamente in sordina nonostante sia un bel film solido e intelligente. Magari me lo rivedo, all'epoca ero un po' presa e non l'avevo recensito.

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    1. Sono andato a controllare, in Italia ha incassato circa un milione, fuori dalla classifica dei primi cento film per incasso. Qualcosina in più me la sarei aspettata.

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