Equilibrium

Pur essendo, soprattutto nella lunghissima prima parte, noioso oltre misura, questo film scritto e diretto da Kurt Wimmer non mi è totalmente dispiaciuto.

Distopia ambientata nell'immediato futuro, cerca di presentarsi come clone culturalmente più raffinato di Matrix, usando riferimenti letterari e cinematografici di gran lignaggio, come 1984 di George Orwell (e film di Michael Radford), Brave new world di Aldous Huxley, Fahrenheit 451 di Ray Bradbury (e film di François Truffaut), Metropolis di Fritz Lang e, volendo, anche cose un po' meno elevate, come Il mago di Oz, magari via Zardoz di John Boorman, El Mariachi di Robert Rodriguez. Eccetera.

C'è stata la solita catastrofica terza guerra mondiale, un tale (Sean Pertwee) è diventato benevolo dittatore a vita e ha convinto la popolazione che i guai degli umani derivano dal provare emozioni, dunque la ricetta è quella di spararsi tutti quanti una dose di calmante e di evitare assolutamente tutto quello che possa risvegliare la sensibilità, dalle opere d'arte agli animali da compagnia.

Ovviamente ci sono anche quelli a cui questo andazzo non va bene, e dunque viene creata una bizzarra forza di polizia, i cui agenti (clerici) si vestono come i ribelli di Matrix, e usano improbabili tecniche di combattimento orientali che però non disdegnano il supporto di armi da fuoco.

La storia segue il percorso di Preston, un molto reverendo clerico (Christian Bale) che assiste senza quasi batter ciglio alla condanna a morte della moglie (Maria Pia Calzone, purtroppo parte minima), elimina personalmente il suo collega (Sean Bean) in quanto in realtà avido lettore di poesie (ovviamente vietate), ma non riesce a resistere al lato oscuro della passione quando cercano di ammazzargli sotto il naso un cucciolone canino decisamente simpatico. Ah già, anche l'esecuzione dell'ex-amante (Emily Watson) del collega, per la quale anche lui sembra avere un certo interesse non propriamente platonico, contribuisce alla sua conversione.

Spunti interessanti ce ne sono, ma finiscono per annegare o nell'umorismo involontario (In una scena un esercito di poliziotti spara contro un gruppo di ribelli asserragliati in un casermone. Dall'interno il capo dei resistenti prende il suo fucile, rompe l'unico vetro che era miracolosamente sopravvissuto fino a quel momento al fuoco incessante degli assedianti per sparare un paio di colpi a vuoto), o nelle scene di combattimenti che finiscono per aggiungere poco alla storia, o nella noia.

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