Quartet

Storia non particolarmente sorprendente, ma ben narrata, un adattatamento dello stesso Ronald Harwood dalla sua piece teatrale. Che poi Harwood sarebbe quello che ha scritto cose come Il servo di scena o La diva Julia. Il che spiega come mai il mondo teatral-musicale sia raccontato così bene, ma anche come mai, causa la regia affidata all'esordiente (da quel lato della macchina da presa, si intende) Dustin Hoffman, la messa in scena risulti a tratti molto poco cinematografica.

Ambientata in una inesistente casa di riposo per cantanti e musicisti che sarebbe nella bella campagna inglese, ma che prende evidentemente ispirazione dalla milanese Casa Verdi, racconta dei preparativi per il tradizionale concerto che gli ospiti tengono tutti gli anni, in occasione del compleanno del Maestro Giuseppe Verdi (per l'appunto), con lo scopo di raccogliere fondi per aiutare la cassa dell'istituto.

Due i filoni che si rincorrono, da un lato seguiamo i preparativi secondo le direttive di Cedric (Michael Gambon), che presumibilmente era un impresario, dall'altro le vicende sentimentali di una coppia di cantanti d'opera, Jean (Maggie Smith) e Reggie (Tom Courtenay), il cui matrimonio, risalente a decenni prima, era durato solo poche ore. Parte importante hanno anche altri due cantanti, l'estroverso Wilf (Billy Connolly) e la smemorina Cissy (Pauline Collins). I quattro avevano spesso cantato assieme in passato, e dunque vorrebbero ricostruire l'amicizia, e possibilmente anche tornando a cantare come attrazione principale nello spettacolo di cui sopra. Il problema principale sta nel carattere di Jean, che da brava prima donna, fa le bizze.

La colonna sonora non concede molto spazio alle musiche originali di Dario Marianelli, data la gran mole di materiale d'archivio. Molto Verdi, naturalmente, ma anche Bach, Rossini, Puccini (Vissi d'arte dalla Tosca), eccetera.

2 commenti:

  1. l'ho apprezzato molto, essendo io quasi coetaneo dei 4 artisti
    che bella la Casa di Riposo per artisti (se ci fosse anche in Italia andrei subito a informarmi)

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    1. Se ti è piaciuta l'idea, è stata copiata dalla Casa Verdi, costruita per volere di Verdi a Milano. Ed è per questo che Verdi domina nel film. Se ti è piaciuta la sua collocazione (una bella villa nella bella campagna inglese), temo che una casa di riposo del genere abbia una retta spaventosamente alta.
      E' piaciuto anche a me, ma mi hanno lasciato perplesso alcune scelte, che credo siano da imputare alla regia. Ad esempio, la semplice manutenzione della Casa deve costare uno sproposito, eppure la soirée a cui partecipano poche decine di paganti viene definita come sufficiente per ripianare il bilancio di uno o forse due anni. Credo che nella mente dello sceneggiatore la Casa dovesse essere meno lussuosa e il concerto più imponente.

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