One direction: This is us

Prima di vedere il film sapevo ben poco dei One direction. Boyband inglese, gran successo tra le ragazzine.

La mia curiosità principale era rivolta alla regia di Morgan Spurlock, che sarebbe poi quel documentarista che ha iniziato il suo oltraggioso percorso con Super size me in cui, oltre a parlare di come funzionano i fast food, ha sperimentato su sé stesso una dieta estrema, mangiando solo il loro cibo per un mese. Roba da kamikaze.

La sua carriera è poi continuata con documentari più o meno riusciti ma comunque sempre originali e con un tocco decisamente personale, fino a questo ultimo capitolo. Prodotto dalla Syco Entertainment, creatura di Simon Cowell, mente di cosacce televisive come (per l'appunto) The X factor. Caso vuole che la Syco sia anche la casa discografica dei One direction, da cui ci si può ben immaginare quanto corto sia stato il guinzaglio concesso a Spurlock.

Tenendo presente tutto questo, il risultato non è male. Se uno ci fa attenzione, l'impostazione critica di Spurlock riesce comunque a passare, nonostante l'evidente tono agiografico e una serie di strizzate d'occhio dedicate alle giovani fan della band. Ci sono anche alcune trovate registiche divertenti. La principale di queste consiste nel dare la parola ad un neuropsichiatra che cerca di spiegare in pochi secondi il meccanismo mentale che si scatena nelle ragazzine che sembrano possedute da una qualche demoniaca presenza quando vengono messe di fronte ai 1D (nome in codice della band).

Musicalmente parlando, da questo film si capisce poco cosa facciano costoro. Pop per minorenni, roba di facile consumo, direi. Ma si capisce che questo non è il punto. Bene fa dunque Spurlock a dedicarsi piuttosto ad un tratteggio del carattere di questa mezza dozzina scarsa di ragazzetti che sono pure simpatici, anche se non si capisce bene cosa abbiano realmente a che fare col mondo della musica.

Sul fondo, Spurlock fa vedere come i 1D vengano spremuti come limoni dalla produzione, come siano stati portati via dalle loro case che erano poco più che bambini per scaraventarli in un mondo che vorticosamente gli gira attorno, come ripetano incessantemente lo stesso copione davanti a un pubblico che cambia sempre ma che sembra sempre uguale (una smisurata torma di ragazzine urlanti), ma anche come riescano a sopravvivere a questo trattamento disumano grazie all'amicizia che si è fortunosamente creata fra loro.

Nonostante tutti i milioni che stanno mettendo da parte, non ho potuto che indirizzare loro un augurio perché se la cavino, e riescano a vivere una vita decente, una volta che questa pazza girandola si fermerà.

2 commenti:

  1. Risposte
    1. Musicalmente parlando, credo di essere lontano millemila miglia dai 1 Direction. Ma nel film il lato musicale non ha poi un grande spazio. Ne ha di più l'indagine (per quanto molto sottile, per non imbizzarrire la produzione, immagino) su quello che c'è dietro questo tipo di fenomeni.

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