Il titolo italiano prende una battuta dal monologo del protagonista (Better to be king for a night than schmuck for a lifetime, tradotto malamente "in meglio re per una notte che buffone per tutta la vita", quando schmuck in realtà vuol dire qualcosa come fessacchiotto, essere inutile) forza l'interpretazione della storia verso una delle due possibili direzioni che è possibile dare al finale. Meglio dunque il più neutro originale, The king of comedy.
Martin Scorsese ci racconta la storia di Rupert Pupkin (Robert De Niro), un povero diavolo sulla trentina che si è messo in mente di fare lo stand-up comedian. Non sappiamo bene come gli sia nata l'idea, e nemmeno se abbia tentato approcci più convenzionali prima di giocare la carta dell'assalto diretto a Jerry Langford (Jerry Lewis), un tale che conduce uno di quei programmi come da noi è Che tempo che fa, che è per l'appunto ispirato ad un format che da decenni spopola negli USA, condotto da gente come David Letterman, Ed Sullivan, Jay Leno, eccetera.
A voler essere estremamente gentili, come comico Rupert non è niente di particolare, e non riesce ad attirare l'attenzione di Jerry e del suo entourage. Stabisce perciò una strana alleanza con un'altra sciroccata, Masha (Sandra Bernhard), innamorata cotta di Jerry, e decidono di rapire il disgraziato, ognuno per ottenere il proprio scopo.
Il precario equilibrio mentale di Rupert è reso da Scorsese mostrandoci le sue fantasie di gloria come se fossero realtà, e più di una volta sono rimasto indeciso per svariato tempo prima di decidere che livello di verità assegnare ad una particolare scena. Non è neanche ben chiaro cosa voglia davvero Rupert, la celebrità o l'amore della donna di cui è innamorato da tutta una vita (che detto, per inciso, è interpretato da Diahnne Abbott, ai tempi realmente moglie di De Niro)? O, forse ancora, semplicemente una via di fuga da una brutta vita.
Colonna sonora impreziosita da Wonderful remark di Van Morrison, che corre sui titoli di coda, scritta espressamente per il film.
Tra le bizzarre apparizioni nel film segnalo quella dei Clash, attorno alla mezz'ora, in atteggiamento derisorio nei confronti di Masha; la madre del regista, nel ruolo della madre di Rupert (solo voce); e di una sua figlia, Cathy, che chiede un autografo a Rupert in una delle sue fantasie.
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