Venere in pelliccia

Alcune particolari circostanze hanno fatto sì che non guardassi il film con la concentrazione che richiede. In più l'ho visto in versione originale, il che è buona cosa perché il doppiaggio necessariamente fa perdere spessore all'interpretazione dei due protagonisti. Ma conosco poco il francese, e ho finito per trascurare troppo spesso i sottotitoli per non togliere gli occhi dalla scena (e in particolare, devo ammetterlo, da Emmanuelle Seigner). Mi converrà rivedermelo in italiano per apprezzare in pieno, oltre al lavoro di regia (Roman Polanski) anche quello di sceneggiatura.

Che poi si tratta di una piece teatrale scritta da David Ives e dallo stesso convertita assieme a Polanski in sceneggiatura per il grande schermo. Per i noti problemi del regista, l'ambientazione è stata spostata da New York a Parigi, ma credo che per il resto si sia mantenuta una buona aderenza al lavoro originale. Che, a sua volta, è una riscrittura del romanzo di Leopold von Sacher-Masoch, di cui mi sembra ci si faccia apertamente beffe. Sconsiglierei quindi la visione agli appassionati del genere sadomasochista, che potrebbero non gradire questo cambiamento di tono.

Già che ci sono, sconsiglio la visione anche a chi non abbia apprezzato il precedente Carnage di Polanski, trovandolo claustrofobico e non apprezzando il ridottissimo cast. Qui gli attori sono solo due, e tutta l'azione si svolge all'interno di un decrepito teatro. Si sono svolte le infruttuose selezioni per la protagonista di una versione teatrale di Venere in pelliccia scritta da Thomas (un Mathieu Amalric molto somigliante ad un (im)possibile Roman Polanski ringiovanito di una trentina d'anni). Un po' mi ha fatto pensare a Molière in bicicletta, per come anch'esso abbia i suoi momenti migliori nelle schermaglie tra i due protagonisti nell'interpretare un testo teatrale.

Thomas sta per andarsene quando arriva Vanda (la Seigner), che implora una audizione. Sembra tempo perso, anche perché Vanda combacia perfettamente con la descrizione che Thomas sta facendo al telefono di tutte i difetti che ha trovato nelle candidate precedentemente scrutinate e bocciate. Eppure, nonostante sia sguaiata, greve, maleducata, piagnucolosa, si trasforma miracolosamente quando inizia a declamare la sua parte, lasciando basito Thomas. E anche lo spettatore (almeno nel mio caso).

L'azione si svolge seguendo la declamazione del testo e, soprattutto, le sorprendenti mutazioni di Vanda e Thomas. Magistrale l'uso della colonna sonora di Alexandre Desplat, spesso assente, ma che sottolinea perfettamente i momenti principali.

Non so se vedendolo in italiano riuscirò a risolvere il mistero della vera identità di Vanda. Forse non c'è soluzione, ed è lasciato ad ognuno scegliere una variante di proprio gusto. Mi intriga pensare che in realtà Vanda non esista, sia solo immaginata da Thomas.

2 commenti:

  1. bisognerà che lo recensisca anch'io (sto diventando troppo pigro)
    lo sai che anch'io ho ipotizzato che l'audizione di Vanda esista solo nella mente di thomas?

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    1. Non so cosa ne direbbero gli autori, ma mi pare una soluzione che possa risolvere elegantemente alcuni dubbi che mi ha fatto venire l'evoluzione dei personaggi. Spero che tu vinca presto la pigrizia ;-)

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