Mission: Impossible - Protocollo fantasma

La storia è presto detta, il mondo è sull'orlo della distruzione ad opera di un pazzoide (Michael Nyqvist) e solo l'agente Hunt (Tom Cruise), a capo di un manipolo di eroi, potrebbe riuscire a salvarlo. L'azione inizia in un carcere russo, da cui viene fatto evadere il protagonista, ci si sposta al Cremlino, che viene violato e fatto esplodere, alla faccia del KGB, poi nel Dubai per giocherellare con il Burj Khalifa, quindi a Mumbai e finalino a Seattle.

Solita roba che ci si può aspettare in un M:I, o uno 007, o un Bourne, eccetera. Un paio d'ore che scorrono via leggere tra spari, scazzottate, uso di gadget improbabili (ma divertenti), e cartoline dal mondo.

Teoricamente la regia è di Brad Bird, una carriera nelle animazioni (Il gigante di ferro che mi era molto piaciuto, Gli Incredibili) al primo lungometraggio con attori in carne ed ossa, ma c'è da credere che il film sia più che altri di Cruise, che è anche tra i produttori (pure con J.J. Abrams). Divertente la variazione sul tema della tecnologia che funziona poco, che sposta leggermente il baricentro del film verso la commedia, contando sul ritorno di Simon Pegg, già presente nel precedente episodio, e che conquista notevole spazio con il suo carattere. A fare da spalla al protagonista nelle scene di azione arrivano Jeremy Renner (che sarà nel prossimo Bourne, senza Damon) e Paula Patton. Il cast globalizzato include oltre al cattivo svedese Nyqvist, anche la francese Léa Seydoux, temibile killer che per un pugno di diamanti è disposta a tutto, e la star di Bollywood Anil Kapoor.

Apparizioni lampo per Tom Wilkinson, capo della oscura organizzazione di Hunt, anche se non lo avevamo mai visto prima (e non lo vedremo nei prossimi M:I, temo per lui) e Michelle Monaghan, moglie di Hunt nell'episodio precedente.

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