In attesa di The way back, già uscito in praticamente tutto il mondo ma ancora latitante sui nostri schermi, Master and commander: The far side of the world è correntemente il titolo più recente di Peter Weir. Oltre alla regia ha partecipato anche alla produzione e alla sceneggiatura (assieme a John Collee, che scriverà Happy feet e, più interessante in questo contesto, Creation), basata sulla serie di racconti di Patrick O'Brian, che non conosco, non mi pare sia molto popolare da noi, ma è ben noto nel mondo anglofono.
La regia è accurata, la storia ricordo molto i classici della letteratura marinara, con evidenti riferimenti a Joseph Conrad, Herman Melville, Robert Louis Stevenson, e a molta tradizione del genere cinematografico del secolo scorso. L'impostazione è quella da primo episodio di una saga, il finale è lasciato appositamente aperto, ma il successo di pubblico inferiore alle aspettative ha fatto sì che questo restasse un episodio unico. Da notare che nello stesso anno è uscito il primo episodio della saga dei Pirati dei Caraibi, in un certo senso paragonabile.
Centro della vicenda l'amicizia virile tra il capitano (Russell Crowe) e il medico di bordo (Paul Bettany) di una fregata (nel senso di nave) britannica impegnata nella caccia di una nave francese (siamo ai tempi delle guerre napoleoniche) nei mari del Sudamerica. I francesi sono più veloci, potenti, e sembrano quasi protetti da incantesimi, e la caccia si trasforma quasi in una ossessione. Molti gli episodi che inframmezzano lo scontro, che danno modo di affrontare molti elementi tipici del genere.
gran bel film
RispondiEliminanon ha avuto lo stesso successo dei PIRATIDEICARAIBI proprio perché è realistico (la guerra tra G.B. e Francia napoleonica è guerra vera, non un videogioco) e gli spettatori (soprattutto gli adolescenti, che ormai sono la maggior parte del pubblico delle sale) preferiscono le favole alla realtà
Davvero fatto molto bene, con riprese che lasciano senza fiato.
EliminaIl confronto con i pirati forse è il confronto tra due immaginari diversi, uno più letterario e l'altro più da parco dei divertimenti.
Questa dei sequel non la sapevo proprio. Io prima o poi lo rivedo (ciclo Russell Crowe), ma fino a poco tempo fa mi interessava moltissimo Peter Weir, che c'ha messo di suo anche qui.
RispondiEliminaOgni giorno se ne scopre una nuova.
EliminaWeir è decisamente un regista interessante, avrei dovuto frequentarlo di più in passato.
E' uno dei miei primi amori, scoperto in tenera età, te lo giuro, con Mosquitos coast: non c'ho capito un'emerita, e rivisto di recente ho trovato irritante il solito discorso su uomo e natura, ma se mi godessi tutto ciò che ha fatto forse apprezzerei meglio. Non dimentichiamo The Truman show, un film d'autore eccezionale in molte cose.
EliminaEcco, ad esempio Mosquito coast mi manca. Però l'ho conosciuto con Gallipoli, di cui fra l'altro dovrei avere il dvd.
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