Il mio amico Eric

Il titolo originale, Looking for Eric (qualcosa come Alla ricerca di Eric), rende meglio il fatto che l'amico Eric è immaginario, anche se noi lo vediamo come se fosse in carne ed ossa, ed è il modo disperato che il protagonista (che si chiama anche lui Eric) usa per cercare di uscire da una brutta situazione.

l'Eric reale (Steve Evets) è un postino cinquantenne messo davvero male. Trent'anni prima ha mollato la moglie da poco sposata e che aveva appena avuto la loro figlia, senza sapere nemmeno bene perché. Da quel momento in poi la sua vita è andata sempre peggio. Per sua fortuna ha un nutrito gruppo di amici/colleghi che lo aiutano, per quanto possibile, a non fare naufragio completo.

La lenta deriva viene interrotta dalla necessità di incontrare la ex moglie, cosa che lo mette in grandissimo stato di agitazione, al punto che finisce per materializzare Eric Cantona (interpretato da lui medesimo), suo idolo calcistico.

Inizialmente le cose invece che migliorare peggiorano. Seguendo i consigli di Cantona, il vero Eric viene picchiato, minacciato, umiliato con un filmato su YouTube. Il suo tentativo di riconciliazione con ex-moglie e figlia si risolve in un disastro, con la polizia che gli piomba in casa e arresta tutti quanti.

Ma Eric non si arrende. Continua a seguire gli insegnamenti di Cantona, e alla fine una soluzione, per quanto bizzarra, si trova.

La coppia Ken Loach (regia) - Paul Laverty (sceneggiatura), a mio gusto, funziona benissimo. Laverty ha smussato i toni fin troppo combattivi di Loach fornendo comunque storie che ben si adattano alla verve popolar-contestataria del regista. L'espediente dell'amico immaginario superstar non è certo nuovo, vedasi l'Humphrey Bogart in Provaci ancora Sam di Woody Allen o, in tempi più recenti, Tony Hawk in Tutto per una ragazza di Nick Hornby, ma mi pare che sia gestita in modo molto naturale.

2 commenti:

  1. Riesce a dire delle cose importanti con levità, senza parlarsi addosso. Forse il film più divertente di Loach.

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    1. Una vena ironica emerge spesso nei film di Ken Loach, anche in quelli più vecchi, ma pare anche a me che con il tempo, e forse anche grazie al sodalizio con Laverty, abbia guadagnato in leggerezza.

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