Una storia di tensioni familiari in interno alto-borghese in linea con la produzione tipica di Ferzan Ozpetek (regia e sceneggiatura, quest'ultima scritta a quattro mani con Ivan Cotroneo - Dillo con parole mie, Io sono l'amore).
Il tono è più leggero e scanzonato del solito e questo, a mio gusto, rende un buon servizio al film, aiutato anche da un budget piuttosto elevato per gli standard italiani.
Due fratelli (Riccardo Scamarcio e Alessandro Preziosi) sono destinati a succedere al padre (Ennio Fantastichini) nella direzione di un pastificio a Lecce. Nessuno dei due se la sente e, per di più, sono entrambi gay - cosa difficile da dire al padre. Scamarcio rivela a Preziosi che glielo dirà a cena, davanti a tutti, ma Preziosi lo frega, dicendolo prima lui. Il problema di Scamarcio è ora quello di riuscire a sfilarsi dalla faccenda senza far venire un accidenti al padre. Come spesso accade nei film di Ozpetek, altre storie si accavallano a quella principale, coinvolgendo la nonna (Ilaria Occhini), la zia (Elena Sofia Ricci), Nicole Grimaudo (una pepata collaboratrice dell'azienda paterna), in un meccanismo che funziona bene portando ad un finale aperto ma - mi pare - soddisfacente.
Piacevole la colonna sonora, buono il cast, premiato con due David (Occhini, Fantastichini) e numerosi altri premi, tra cui un premio speciale della giuria del Tribeca Film Festival.
Nessun commento:
Posta un commento