La mia vita è uno zoo

Lo spettatore potenziale faccia attenzione, che si tratta di un film per adulti. Non nel senso anagrafico del termine, visto che è evidentemente progettato per risultare appetibile anche alle famiglie con figli. Però credo che chi non abbia sperimentato la perdita di una persona cara potrebbe non riuscire a capire appieno il punto che si intende fare.

Se la mia precedente visione, Un ponte per Terabithia, è centrato sull'esperienza della scomparsa, qui si parla del periodo seguente. L'azione infatti parte con il protagonista (Matt Damon) e i suoi due figli che hanno perso la moglie/madre già da sei mesi.

Il figlio si fa espellere da scuola e il padre non riesce a dimenticare la moglie, così decide per un repentino cambio di vita. L'idea sarebbe quella di cambiare casa, ma il caso ci mette il becco e la famiglia si trova catapultata nell'avventura di far ripartire un vecchio zoo sull'orlo della dismissione. Il figlio è poco entusiasta dell'idea, ma finirà per fare amicizia con una giovane paesana (Elle Fanning, protagonista in Super 8), il che lo riconcilierà con la vita.

La sorpresa principale del film è che la protagonista femminile (Scarlett Johansson, un po' improbabile come spalatrice di letame in uno zoo) non finirà tra le braccia di lui, se non fugacemente.

Regia e co-sceneggiatura di Cameron Crowe, sei anni dopo Elizabethtown, che direi che questa volta ha deciso di giocare relativamente più sul sicuro, con una storia più semplice del solito e più facilmente vendibile.

Anche la colonna sonora, sempre molto curata, è tenuta più al guinzaglio del solito, anche se non ci si risparmia. La struttura è infatti fornita da Jónsi (più un brano dei Sigur Rós), a cui si aggiungono pezzi di Cat Stevens (Don't be shy), Dylan (da notare che il ragazzetto fa di nome, per l'appunto Dylan, ma scopriremo che non c'è relazione con Bob), Tom Petty, Echo & The Bunnymen, Neil Young, eccetera eccetera.

Alcuni personaggi secondari non mi sono sembrati in palla, in particolare il "cattivo" (John Michael Higgins) direi che rende poco. Simpatico invece Thomas Haden Church (Sandman in Spider-Man 3 e l'amico di Giamatti in Sideways), nel ruolo del fratello.

4 commenti:

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    1. Tralasciando l'inizio, che è stato davvero spettacolare, si può dire qualcosa di simile anche per la storia dell'universo.

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  2. I migliori nel film sono gli animali. Bellissimi per natura, con la loro presenza ravvivano una storia che altrimenti sarebbe troppo piatta e scontata. :)

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    1. Concordo sull'assenza di sorprese, anche se direi che fa parte del modulo narrativo scelto, e che dopotutto il fatto che i due piccioncini (maggiori) non convolino è già una variazione non disprezzabile.
      Vero pure che tra gli attori non è che ci siano prestazioni strepitose. Si può apprezzare come Damon riesca a risultare in parte nei ruoli più diversi, e alcune parti minori sono coperte degnamente, ma nulla di veramente memorabile.
      Però non direi che la storia sia scontata. Ha certamente dei difetti, ad esempio la calibratura sul pubblico familiare non è che mi abbia entusiasmato, ma ha anche qualcosa di interessante da dire.

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