Paycheck

L'idea di partenza è simpatica (bella forza, viene da un racconto che, per quanto minore, è pur sempre scritto da Philip K. Dick) ma lo sviluppo (sceneggiatura di Dean Georgaris, pare aver abbandonato la carriera per passare a fare il produttore, con risultati che gli auguro migliori; regia dell'adrenalinico John Woo) m'è parso sottotono, una specie di riepilogo di film del genere, diretto e recitato senza troppa convinzione, per un risultato che, almeno nel mio caso, non definirei memorabile.

Infatti mi ero dimenticato di averlo visto, e per la prima mezz'oretta ho notato le somiglianze con gli altri film, per poi accorgermi che assomigliava anche al se stesso che avevo visto e che mi ero dimenticato. In teoria la circostanza varrebbe un parallelo con la storia raccontata, visto che il sottotitolo è "remember the future", ma nel mio caso si tratta di pura sbadataggine, mentre nel film le cose sono molto più complicate ed implausibili. Per un migliore resoconto del film rimando a quello che ne ha recentemente scritto Tomobiki, che mi ha fatto venire il dubbio "non visto, o visto e dimenticato?" che è stato cancellato dalla visione.

Un super-ingegnere (Ben Affleck) che sa e fa tutto, preferibilmente da solo, ma non è un nerd-mollusco bensì ha anche un fisico e una combattività da agente segreto, si prende una cotta per una bella biologa di cui non sa nulla (Uma Thurman), che lavora per un suo amico milionario (Aaron Eckhart), che lo coinvolge in un lavoro segretissimo strapagato ma con la clausola che gli verrà cancellata la memoria di tutto quello che ha fatto. Al tizio la cosa va bene, perché ha già fatto cose del genere, sotto la guida del suo amico-manager un po' sfigato (Paul Giamatti), che però gli sconsiglia questo lavoro, e perché la topolona di cui sopra sarà - non si capisce bene a che titolo - nel suo stesso laboratorio.

I tre anni dell'assegnamento passano in un baleno, e il tipo si ritrova tre anni più vecchio, e molto più ricco. Anzi no. Perché scopre che il suo vecchio io ha barattato il suo compenso per una busta contenente una ventina di oggetti di scarso valore. Il come mai verrà spiegato dal resto dell'azione.

Buchi di sceneggiatura tanto grandi da farci passare pullman, scene d'azione che non mi hanno molto coinvolto, nonostante la coreografia non disprezzabile e la sponsorizzata BMW Rockster (nel senso di moto, dunque) che sfreccia manco fossimo nel coetaneo Matrix Reloaded (lì il product placement era made in Ducati).

2 commenti:

  1. ma dai, a me non era mica dispiaciuto così tanto! alla fine è un incrocio tra un giallo a incastro e uno sci-fi, e come dici anche tu l'idea è buona (dick non tradsce!). e poi i due protagonisti son tanto bellini...

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    1. Beh, diciamo che più che altro mi sono dispiaciuto di averlo visto una seconda volta. Una visione sarebbe bastata.

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