Chissà se Age e Scarpelli si sono ispirati intenzionalmente a questo film per il loro La banda degli onesti (*), o è lo spirito dei tempi che a quei tempi soffiava nella direzione di storie in cui gente tranquilla si metteva nei pasticci per rincorrere un sogno di ricchezza che poi, a ben vedere, non gli apparteneva nemmeno. Di sicuro Charles Crichton ha ampiamente citato questa pellicola nel suo ultimo lavoro, Un pesce di nome Wanda.
Mr. Holland (Alec Guinness), è in un ristorante di Rio de Janeiro e, mentre inizia a raccontare la sua storia ad un altro inglese, regala mazzi di soldi a conoscenti passano di lì (**). Inizia così un lungo flashback, in cui ci viene spiegato che ha lavorato per tutta la vita per la Banca d'Inghilterra, e il suo compito principale era quello di sovraintendere al trasporto di lingotti d'oro dalla zecca alla banca. Nel corso degli anni ha maturato l'idea di un piano perfetto per rubare un carico e farla franca, gli mancano solo alcuni dettagli, come fare ad esportare l'oro, che in patria non sarebbe commerciabile, e come reclutare la manovalanza per il colpo.
Per sua dubbia fortuna conosce Pendlebury (Stanley Holloway), artista nell'animo, ma che campa commerciando orribili souvenir, e pensa di trasformare l'oro in piccole repliche della Tour Eiffel, spedirle a Parigi, e lì piazzarle sul mercato nero. Con un assurdo stratagemma, i due attirano due piccoli criminali nella loro banda, e preparano il colpo. Che, nonostante una serie di contrattempi, riesce.
Ma negli anni cinquanta il crimine al cinema non pagava, e così quella che sembrava la parte più semplice del piano, si rivelerà essere irta di difficoltà.
(*) Il titolo originale, The Lavender Hill mob, fa pensare proprio ad una banda di onesti, basati come sono in un tranquillo quartiere londinese.
(**) Tra gli altri, anche una leggiadra fanciulla riceve un bel malloppo, tale Chiquita, interpretata da niente meno che Audrey Hepburn ad inizio carriera. Una sola battuta per lei, ma riesce ad essere memorabile anche solo così.
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