Un tizio (Keanu Reeves), tendenzialmente sul depresso, vive una noiosa vita a Buffalo (upstate New York, vicino alla cascate del Niagara, una fugace apparizione per loro) che non gli piace, sposato ad una donna che non ama più. In un eccesso di idiozia (in pratica, per evitare di parlare con la moglie) si lascia trascinare da un amico a fare da inconsapevole autista per una rapina in banca. Naturalmente è l'unico della banda ad essere beccato. La polizia capisce immediatamente che non c'entra nulla, troppo bietolone per fare il criminale, ma lui afferra l'occasione per farsi mandare in galera e spingere così la moglie a mollarlo.
Come compagno di cella si trova ad avere nientemeno che James Caan, delinquente alla mano, felice di aver trovato un posto tranquillo dove invecchiare placidamente.
Uscito di cella, si fa investire da Vera Farmiga, nei panni di una attrice sul punto di spiccare il balzo verso Hollywood (che può fare un attore a Buffalo? Lo spot per Buffalotto - finta lotteria locale - e teatro). Scopre per caso che tra il teatro dove Farmiga sta facendo le prove per Il giardino dei ciliegi e la banca della sua inconsapevole rapina c'è un vecchio tunnel risalente ai tempi del proibizionismo, e pensa di utilizzarlo per fare un colpaccio. D'altronde, medita, avendo già pagato col carcere in un certo senso gli spetta una compensazione.
In pratica il protagonista a metà film decide che è tempo di cambiare. Abbandona la sua passività, convince Caan che è tempo di uscire di galera, conquista Farmiga, recluta come manovalanza il nuovo marito della ex-moglie. Prenderà persino una parte nel dramma di Cechov in modo da avere accesso al tunnel.
Il problema è che Reeves è perfetto nella prima parte, ma terribile nella seconda. Recita esattamente allo stesso modo, con l'unica variazione che sul palco teatrale porta una fluente barba, il che lo dota di una seconda espressione.
Verrebbe da chiedersi perché mai Malcolm Venville, giovane regista di belle speranze, abbia preso proprio Reeves per un ruolo al di là delle sue capacità. Ma forse la risposta sta nel fatto che Reeves è tra i produttori.
La sceneggiatura ha le sue pecche, la regia non è certo perfetta, ma penso che sarebbe bastato cambiare il protagonista per ottenere un risultato decisamente migliore.
Nessun commento:
Posta un commento