Rango

Peccato che Duccio Tessari e Sergio Leone siano morti. Ennio Morricone da solo è di carattere troppo riservato per agire, e probabilmente non ci avrà fatto nemmeno caso. Però mi piace pensare ai tre che si riuniscono per tramare una qualche buffa vendetta nei confronti di Gore Verbinski, regista scopiazzatore impunito, coinvolgendo Giuliano Gemma e chissà chi altro.

Rango è un remake del cinema spaghetti-western (la citazione a Ringo è più che esplicita), con tutti i vari personaggi e situazioni di quel mondo stipati in un film di animazione che fa rimpiangere i bei tempi quando i soldi bastavano a malapena per arrivare agli ottanta minuti. Nel caso particolare, una bella sfoltita a metà pellicola non farebbe che del bene al film.

Vero è che un po' tutta l'animazione moderna punta molto sulle citazioni, ma secondo me John Logan (sceneggiatura) e associati hanno esagerato, mettendoci dentro un po' di tutto, compreso Apocalypse now e Star wars, finendo per diluire quello che sarebbe potuta essere una storia interessante con una serie di trovate che mi paiono fini a sé stesse.

Perché dopo tutto, a ben vedere, la storia non è malaccio, con il protagonista, una sorta di lucertola interpretata da Johnny Depp, che segue un suo percorso - abbandona (non intenzionalmente) una vita comoda ma vuota per affrontare un esistenza rischiosa ma reale; impara poi a non nascondersi dietro ad un personaggio ma ad agire per quello che è, scoprendo che il suo vero essere è forse anche meglio della sua maschera.

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