Juno

Volendo, lo si può guardare come se fosse solo una commedia sentimentale adolescenziale e reggerebbe già così, grazie alla robusta sceneggiatura di Diablo Cody e all'ottimo lavoro alla regia di Jason Reitman. Tra l'altro, i due sono tornati a lavorare assieme per e dovremmo vedere presto il loro nuovo film.

Il primo lungometraggio di Reitman, Thank you for smoking, era un'agra commedia sul mondo delle multinazionali del tabacco, e in genere sulle grandi aziende e il loro potere di pressione sulla società civile. Qui invece vengono usati toni più sfumati, direi quasi pastello, e penso alla scena in cui la madre adottiva (Jennifer Garner) medita sui colori da usare per la stanza del pargolo in arrivo. Tonalità leggere, quasi indistinguibili ad occhi maschili (come viene reso bene dallo sguardo perplesso del marito - Jason Bateman), che vengono supportate anche da una bella colonna sonora folkeggiante (quasi naive) interamente composta da canzoni scritte e interpretate (voce e chitarra) da Kimya Dawson (vedi anche The Moldy Peaches).

E in questo modo vengono contrabbandati temi di una pesantezza non indifferente, per chi li voglia cogliere e pensarci sopra. Si narra infatti di Juno (Ellen Page), ragazzina terribile che a sedici anni resta incinta alla prima esperienza con il compagno di classe del suo cuore (Michael Cera). Ne segue un lungo percorso che la porterà a mollare il ragazzo di cui pure è visibilmente innamorata, pensare di abortire, ripiegare sul non riconoscimento del figlio e concessione in adozione ad una coppia predeterminata (una follia, a mio parere, ma lì evidentemente possibile), discuterne con la sua famiglia, discuterne con gli adottandi, prendersi una mezza cotta per l'adottando, aver modo di riflettere su tutta la vicenda e prendere un paio di decisioni che la faranno veramente (e anche dolorosamente) crescere.

Tra gli argomenti buttati lì senza pensarci troppo, perché normali nel nord America, c'è anche il fatto che per una famiglia non particolarmente benestante, come quella di Juno, una gravidanza inattesa è una specie di botta che può causare un mezzo tracollo economico. I genitori adottivi (economicamente ben messi) infatti si offrono di pagare tutte le spese sanitarie, cosa che a noi europei sembra quasi priva di senso.

2 commenti:

  1. già, a noi sembra incredibile che le spese mediche siano un vero problema: da noi (speriamo anche in futuro) regge ancora
    ma gli stati uniti si basano sul liberismo QUASI puro, per cui SE NON HAI I DOLLARI NIENTE OSPEDALE E NIENTE MEDICINE

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  2. Ai nostri occhi il primo impatto è quello che descrivi tu, ma la realtà direi che è un po' diversa. A proposito di liberismo, se andiamo a vedere i fatti concreti scopriamo, ad esempio, che l'agricoltura è sovvenzionata come, e in certi casi anche più, che da noi.
    Nel caso della sanità c'è da dire che i problemi vengono se non hai un lavoro, dato che le assicurazioni private fanno in pratica lo stesso lavoro che da noi fa la previdenza pubblica, e in pratica allo stesso prezzo. O se capitano casi particolari normalmente non coperti dalle polizze standard. Penso appunto che il caso della gravidanza di una minore sia tra quelli (ma dovrei approfondire).

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