L'interesse principale del film sta nell'incontro tra i due protagonisti, non nel senso dei personaggi, ma degli attori: Michelle Pfeiffer e George Clooney. La prima aveva già girato cosettine come lo Scarface di De Palma con Al Pacino, Le streghe di Eastwick con Jack Nicholson, Le relazioni pericolose di Frears, un Batman di Burton. Mentre Clooney, beh, aveva fatto molta gavetta, era reduce da Dal tramonto all'alba di Rodriguez, e sarebbe da lì a poco uscito con il fallimentare Batman & Robin di Schumacher. Le cose gli andranno meglio a partire da La sottile linea rossa.
Nella storia, i due protagonisti sono in situazione speculare (divorziati, in carriera, lui con figlia, lei con figlio), si piacciono ma hanno paura di essere nuovamente feriti. La sceneggiatura li obbliga però a interagire ripetutamente in quella che è una giornata molto complicata per entrambi (nel titolo originale il giorno è memorabile e non semplicemente casuale: One fine day), fino ad aver ragione della loro riottosità e costringerli al lieto fine.
Sceneggiatura fumosa, con i personaggi disegnati malamente. A lui va meglio, gli è capitato il solido cliché del tosto giornalista investigativo, lei invece fa un lavoro incomprensibile (architetto?) in una azienda di alto livello di cui vediamo solo lei, il suo capo mezzo rimbambito, e la segretaria/receptionist. La regia (Michael Hoffman) si salva grazie al mestiere del cast, e spostando l'attenzione sulla città, proponendoci i soliti scorci turistici di New York.
Tra i ruoli minori, si fa notare Charles Durning (sovrappeso), che sarebbe poi quel caratterista di lungo corso già aveva fatto innumerevoli film come La stangata e Tootsie, e che sarà di nuovo con Clooney in Fratello, dove sei?, oltre che in altre decine di altri film dopo questo.
Tra le non molte scene divertenti direi che spicca quella in cui il giornalista cerca di convincere una tipa a fargli un piacere, ma lei gli dice che è inutile, ha una nidiata di figli maschi, e se lui gli fa quello sguardo lei gli prepara un pollo arrosto.
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