La regia del terzo episodio della saga di Alien viene affidata ad un ragazzotto che fino a quel momento aveva fatto solo video musicali, tale David Fincher. Dopo sarebbe diventato Fincher, il regista (anche se, devo dire la verità, non è che mi faccia impazzire) ma qui non è che faccia una bella figura. Nonostante il cospicuo budget, sembra una produzione a basso costo, e il buon livello medio degli attori (molto inglese, facce note come Pete Postlethwaite, Danny Webb, Charles Dance, Ralph Brown) non riesce a coprire le magagne di una sceneggiatura ballerina e di una regia distratta.
Questa volta Ripley (Sigourney Weaver) naufraga su un pianeta-prigione, gli altri viventi che erano con lei muoiono senza aver tempo di emettere una singola vocale, l'androide è così malridotto che riuscirà a fare solo una piccola scena a metà film prima di chiedere di essere lasciato in pace nel suo nulla. Causa della catastrofe il solito Alien piantagrane che è riuscito a intrufolarsi nella scialuppa. Ne faranno le spese, come al solito, tutti gli umani presenti sul pianeta. Eccezione: Danny Webb, che seppur malconcio ne esce vivo, e un cane, che invece fa la fine di John Hurt nell'Alien originale.
Si poteva fare abbondantemente a meno di questa puntata, se non per contraddire la distribuzione italiana, che avava avuto l'ardire di marcare come finale l'Aliens di Cameron. Ma erano tutti così evidentemente stufi della serie, che hanno pensato di distruggere definitivamente sia gli Alien che Ripley stessa. Illusi. Soprattutto nella fantascienza, c'è sempre un modo di continuare la storia.
A me piace molto il primo :)
RispondiEliminaGrazie mille per il bel commento, CIAO!!!
Credo anch'io sia il migliore della serie, ma questo forse sarebbe adatto per una tua recensione :D
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