St. Vincent

Qualche decennio fa il ruolo del protagonista sarebbe andato da Walter Matthau, ora nel ruolo dell'anziano, burbero, trasandato, petulante newyorkese dei sobborghi che domina la pellicola c'è Bill Murray, ma la sostanza non cambia. La regia di Theodore Melfi (sua anche la sceneggiatura) ha qualche debolezza, forse anche perché è il suo primo vero lungometraggio, che non rovina però il risultato complessivo grazie anche all'ottima prova di recitazione di tutto il cast, incluso il giovane Jaeden Lieberher, ennesimo ragazzino che sembra destinato ad una lunga carriera cinematografica.

Si potrebbe raccontare tutta la storia senza temere di rovinare la sorpresa a nessuno, anche perché la sorpresa più grossa è spoilerata già dal titolo. Ma non è certo un difetto in questo tipo di film, che mira più a rassicurarci piuttosto che a stupirci. Vincent (Murray) è una brutta persona, gran consumatore di alcolici, taccheggiatore, frequentatore di posti malfamati, con una relazione a pagamento con Daka (Naomi Watts), una prostituta russa che esercita nonostante sia molto incinta. Ha problemi di soldi, si è completamente lasciato andare, e intuiamo che sia in pieno count down finale.

Succede però che Maggie (Melissa McCarthy) e suo figlio Oliver (Lieberher) si trasferiscono nella casetta accanto, e tra ragazzino e vecchiaccio nasce una strana amicizia che porta ad entrambi, anzi un po' a tutti quanti, alcuni vantaggi. Siamo dalla parti di Babbo Bastardo, tanto per intenderci.

A supporto della vicenda principale ci sono alcune trame secondarie relative alla moglie di Vincent, e alla di lui passione per le scommesse per i cavalli, con relativi problemi di debiti nei confronti del suo booker (niente meno che Terrence Howard). Oliver, dal canto suo, porta al film anche i suoi problemi di adattamento nella suo nuova scuola, dove Chris O'Dowd, nei panni di un bizzarro prete cattolico, insegna insegna religione a ragazzini con le più diverse credenze.

Si procede in bilico tra commedia e dramma, ma alla fine tutto finisce (abbastanza) bene, con Vincent che massacra affettuosamente Shelter from the storm di Bob Dylan sui titoli di coda.

2 commenti:

  1. Il vero santo di questo film è Bill Murray, il resto è un pochino "meh".

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    1. Inizialmente si pensava a Jack Nicholson per il ruolo del protagonista e, nonostante la performance di Murray sia di tutto rispetto, devo dire che mi dispiace non sia andata così.
      La regia anche a me è sembrata "meh", la sceneggiatura è molto canonica ma, a mio gusto, va bene così. E anche il cast al contorno mi ha soddisfatto.

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