Nonostante sia stato girato nel momento più cupo della Grande Depressione, si tratta di uno spensierato musical rimasto negli annali come uno dei riferimenti indiscussi a tutto quello che è seguito nel genere. Curiosamente, non è l'adattamento di uno show di Broadway ma di un romanzo che racconta la messa in scena di uno spettacolo fittizio. Solo mezzo secolo dopo la storia ha seguito il percorso inverso ed è stata portata sul palcoscenico.
Julian Marsh (Warner Baxter) è un famoso regista teatrale, ormai non più giovane e con acciacchi tali da spingerlo ad abbandonare il mestiere. Se non che il crollo di Wall Street l'ha ridotto sull'orlo della miseria, e allora punta tutto su quello che sarà il suo ultimo lavoro. Stella indiscussa della compagnia è Dorothy Brock (Bebe Daniels), perché ha un nome capace di attirare un buon pubblico, ma soprattutto perché ha un influente amico, Abner Dillon (Guy Kibbee), disposto a spendere una cifra considerevole nella produzione. Costui vuole chiaramente qualcosa in cambio da Dorothy, che lei è pure disposta a concedere, anche se il suo affetto va per Pat, un collega che l'ha seguita all'inizio della professione. Questa indecisione della star preoccupa i produttori e il regista, che temono l'imbizzarrimento di Abner, e dunque fanno in modo di allontanare Pat da Dorothy.
Alcune complicazioni porteranno i due piccioncini a ravvicinarsi e a rendere indisponibile Dorothy alla prima. C'è dunque bisogno di rimpiazzare la parte principale all'ultimo momento. Abner ha la soluzione pronta, la sua nuova amante, Ann (Ginger Rogers), detta Anytime per la sua riottosità a dire no a qualunque offerta. La quale però cede inaspettatamente l'opportunità a Peggy (Ruby Keeler), giovane e timida debuttante, nella quale ha visto potenzialità superiori alle sue.
Il regista è furibondo ma acconsente, torchia per le poche ore rimaste Peggy, finendo giusto in tempo per far alzare il sipario.
Unico nome che mi era noto nel cast era quello della Rogers, che però era ancora agli inizi di carriera, e il suo ruolo è veramente piccolo. Recitazione, sceneggiatura, regia non sono di livello eccelso, ma l'energia che sprizza dei numeri del musical è eccezionale. Vedasi quello conclusivo, che ho recuperato su youtube:
Quello che parte come un credibile numero teatrale prende rapidamente la strada dell'assurdità, con taxi che sfrecciano su quello che dovrebbe essere un palco teatrale, polizia a cavallo, masse di figuranti, azioni e rapidi cambi di scene impossibile nella realtà teatrale.
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