Più o meno stesso team della sfida a Clouseau - alla sceneggiatura si aggiunge Ron Clark - ma il risultato mi pare inferiore.
Colonna sonora sempre di Henry Mancini, qui in versione molto anni settanta, regia-sceneggiatura-produzione di Blake Edwards, solito cast affiatato con Peter Sellers, Herbert Lom, Burt Kwouk (Cato), a cui si aggiungono la bella di turno (Dyan Cannon) e svariati altri personaggi al contorno, tra cui Robert Loggia (Feech La Manna nei Soprano, Eduardo Prizzi ne L'onore dei Prizzi).
La storia è più solida ma, nonostante la citazione esplicita delle comiche del tempo del muto (un duetto Cato-Clouseau sembra preso di peso da un rullo di Stanlio e Ollio), ci sono meno occasioni per ridere, anche se non mancano apparizioni indimenticabili, come "la turbinosa" (in originale silver hornet - vespa d'argento) - la macchina di Clouseau, una due cavalli truccatissima che ha il difetto di cadere a pezzi (letteralmente) ogni volta che la si vuole usare.
Sorprendente il ritorno dell'ispettore capo Dreyfus, quasi che questo episodio sia in parallelo col precedente e non successivo, ma le meccaniche interne alla storia sono meglio congegnate che in precedenza. Questa volta a volere la morte dell'ispettore capo Clouseau è niente di meno che la French Connection, ovvero la diramazione francese della Cosa Nostra americana, che vuole in questo modo dare un segnale rassicurante alla casa madre, dopo una serie di problemi dati, per l'appunto, dall'inesplicabile Clouseau. Sembra che riescano, di conseguenza Dreyfus guarisce miracolosamente dalla sua follia e viene reintegrato. Ma sarà Clouseau stesso, con l'aiuto della ex-segretaria/amante del capo mafioso, a risolvere il caso.
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