Titolo non esattamente geniale, visto che esisteranno almeno mille film con un titolo uguale o simile. Per chiarire, però, dovrebbe bastare la specificazione che si tratta di un cacciatore iraniano, scritto, diretto e interpretato da Rafi Pitts (che evidentemente nulla ha a che spartire con Brad Pitt).
A ripensarci dopo un po', non è malaccio, ma devo ammettere che non era questo il mio pensiero al momento della visione.
Un po' come Requiem for a dream, l'azione è divisa in tre parti, e in un certo senso a qui si narra il requiem per un sogno. Solo che qui il tempo in cui le cose vanno bene (sia pur relativamente) non è nemmeno narrato, viene lasciato sottinteso nella foto su cui scorrono i titoli di testa, che solo alla fine di un lungo peregrinare per i suoi dettagli ci viene mostrata nella sua interezza, e scopriamo che rappresenta un gruppo di pasdaran che festeggiano la presa del potere.
Immagino, dunque, che un tema sia il confronto tra le aspettative che si erano fatti gli iraniani al momento della cacciata dello scià con la situazione corrente.
Nella prima parte, comunque, vediamo il protagonista costretto a lavorare nel turno di notte di una fabbrica. Chiede di poter lavorare di giorno, per poter stare con moglie e figlia, ma la cosa gli viene negata per i suoi precedenti (è stato in galera, e non ci si dice il perché). Lo vediamo anche andare solitario a caccia.
Parte seconda, perde tutto quello che ha, ovvero moglie e figlia, forse per colpa della polizia. La figlia per un certo tempo risulta semplicemente scomparsa, e lo seguiamo nella sua vana ricerca in una metropoli iraniana. Poi il cadavere viene trovato, e lui esaurisce la sua speranza.
Parte terza, ammazza un paio di poliziotti e fugge. Nel fuggire capita nella strana situazione in cui si trova isolato in un bosco con due poliziotti che tecnicamente l'hanno arrestato, ma non riescono più a tornare alla civiltà. Si innesca un gioco delle parti tra i poliziotti, che poi include anche il prigioniero, con un finale a sorpresa ma, mi pare, poco soddisfacente.
Così narrata la storia sembra abbastanza interessante (fra l'altro ho lasciato da parte molti elementi che la arricchiscono ulteriormente), fatto è che la narrazione cinematografica non rende, soprattutto a causa di lunghe pause e silenzi, e rischia di far innervosire il pubblico meno paziente.
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