Una Osaka che ricorda la Los Angeles di Blade Runner è la cosa meglio riuscita del film, che per il resto ha deluso le mie aspettative - che pure non erano altissime. Colpa della sceneggiatura così implausibile da essere indisponente, direi, mentre la regia (Ridley Scott) e il cast tecnico e artistico in generale sarebbero all'altezza di un risultato ben superiore.
In una tipica New York anni '80, un tipico poliziotto americano (Michael Douglas) di quel periodo (divorziato, poco avvezzo a seguire le regole, magari pure un po' corrotto) con un suo collega pseudo italoamericano (Andy Garcia - l'anno dopo sarà nel Padrino 3, dall'altra parte della barricata) si trova ad avere a che fare con un regolamento di conti della Yakuza (mafia giapponese). Il tizio che arrestano per aver ammazzato un paio di suoi colleghi viene però estradato in Giappone (ah ah ah - figuriamoci può succedere mai una cosa del genere) e ad accompagnarlo saranno proprio i due che l'hanno arrestato. Appena arrivati a Osaka, però, se lo fanno scappare, causa di un trucco irrealistico. Seguono altre vicende impensabili, tipo una barista di Chicago (Kate Capshaw) trapiantata in Giappone che ne sa più lei della Yakuza che la polizia locale, o un astuto tranello ai danni di Andy Garcia approfittando di un suo modo di fare e della sua passione per i propri abiti che mi pare impossibile che i mafiosi giapponesi potessero conoscere, che permettono al protagonista di togliere di scena la spalla americana e fare spazio a quella giapponese (Ken Takakura) per dare luogo al solito buddy-movie con due personaggi molto diversi ma che alla fine impareranno ad apprezzarsi.
Volendo, si potrebbe leggere il film anche come una metafora dei rapporti giappo-americani. Ma mi sembra una fatica sprecata.
E Secondaserataintv l'ha consigliato per due ore e mezza da passare davanti alla tv, pensa te. Ero appassionato del genere, alla fine dei '90, ma c'è un bel buco mentale su ciò che ho visto in quel periodo, specie per i thriller. In un'altra vita prova a vedere Sol levante, il peggior Sean Connery che ricordi.
RispondiEliminaSol levante è un altro di quei film che ragione mi dice di starne alla larga ma che qualcosa inesplicabile dentro di me ogni tanto butta lì un "però magari non è così male". Del club fa parte anche Ishtar, e faceva parte pure questo Pioggia sporca. Chissà, magari a guardarli con una certa predisposizione d'animo ...
RispondiEliminaOddio, ho registrato Pioggia sporca!!!
RispondiEliminaPoteva andar peggio. Igor direbbe: poteva piovere.
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