Per appassionati di fantascienza con una buona vena autoironica, in linea con la tradizione inglese degli autostoppisti galattici di Douglas Adams, riverberata anche in titoli come il recente Paul di Simon Pegg e Nick Frost.
Il bersaglio del film è l'incongruenza logica intrinseca nel concetto di viaggio nel tempo. Jamie Mathieson (che ha scritto e diretto il lavoro) ne tira le conseguenze creando una buffa storia ambientata quasi esclusivamente in un pub inglese con una distorsione temporale nei bagni.
Nel finale si accenna alla possibilità di una seconda puntata, con tema i viaggi negli universi paralleli, le cui possibili conseguenze vengono illustrate rapidamente sui titoli di coda (con battuta finale: "Le cose diventano un pochino troppo complicate").
Complimenti allo sceneggiatore-produttore Jamie Mathieson che è riuscito a scrivere una storia piacevole e divertente usando un budget evidentemente limitato. Credo che l'effetto speciale più costoso sia stato la partecipazione di Anna Faris.
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