Timecrimes

Noto quasi ovunque con il titolo internazionale inglese, invece dell'originale spagnolo Los cronocrímenes, irreperibile in italiano, ma da noi disponibile in altre edizioni. L'ho visto in spagnolo senza tanti problemi, grazie al fatto che i dialoghi non contano poi molto, e che dopotutto si tratta di una lingua sorella.

È il primo lungometraggio di Nacho Vigalondo, che l'ha scritto, diretto, e interpretato in uno dei (pochi) ruoli secondari. Difficile raccontare la trama senza rovinare il piacere della sorpresa, cerco dunque di dire il minimo indispensabile, sperando che basti a interessare il lettore che non l'abbia ancora visto.

Un tale di mezza età, con pochi capelli e una sostanziale pancetta, si è appena mosso con la moglie in una villetta immersa nel verde. I due (più lei che lui, a dire il vero) lavorano alacremente all'arredamento, quando a lui pare di vedere un movimento sospetto tra gli alberi. Insistendo a cercare col binocolo, scopre che si tratta di una bella ragazza che mette in mostra le sue notevoli grazie. Incuriosito, il nostro uomo si incammina per capire meglio cosa stia succedendo.

Fino a questo punto l'azione è stata lenta, la sceneggiatura mi è sembrata debole, e il basso costo della produzione fin troppo evidente. Ma il seguito è una sorprendente corsa senza fiato (letteralmente, il protagonista è fuori forma, e dopo pochi secondi di corsa ha il fiatone) fino alla soluzione dell'intricata vicenda.

L'intrico è dovuto al fatto che il protagonista si troverà a viaggiare nel tempo, con il corredo dei soliti paradossi che uno deve affrontare in questi casi.

I viaggi, nel tempo e nello spazio, sono un affascinante tema della letteratura fantascientifica, ma hanno solitamente un grosso problema al cinema. Occorre spendere una caterva di soldi per rendere adeguatamente l'inventiva che sottendono. In alternativa bisogna avere un'idea geniale, e soprattutto nel caso dei viaggi temporali, la capacità di distrarre a sufficienza lo spettatore dal notare la contraddizione logica che, giocoforza, si deve nascondere da qualche parte.

Vigalondo ci riesce benissimo, limitando il viaggio del tempo ad una faccenda di poche ore, e creando una spiazzante struttura a incastro, in cui ci ritroviamo a rivivere la stessa serie di eventi seguendo il punto di vista del protagonista che migliora la sua comprensione dei fatti ogni volta che li ripercorre. Sembra di guardare una trasposizione cinematografica di uno di quei disegni impossibili di Escher.

Ripensandoci, l'inizio fiacco è forse necessario per stabilire la base su cui poi si sviluppa la (frenetica) azione, e non lo considererei quindi un difetto del film. Avrei preferito però che il finale fosse incruento - con un po' di fantasia poteva funzionare lo stesso - ma evidentemente al Vigalondo faceva piacere narrare un bizzarro delitto senza castigo.

3 commenti:

  1. Bello!

    Grazie mille per avermi segnalato l'errore :-D

    CIAO!!!

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  2. Un film che a me non ha mai convinto. Non ci trovo coerenza, mette a dura prova la sospensione della credibilità. A molti però è piaciuto, sarà un problema mio...

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    1. Ciao Frank. Non ho trovato un post su questo titolo nel tuo blog. Direi che hai ragione sul fatto che la vicenda narrata sia incredibile, visto che i viaggi nel tempo sono inerentemente paradossali.

      Il paragone che facevo con i disegni di Escher voleva essere un suggerimento su quella che penso sia una soddisfacente chiave di lettura. Si accetta che ci sia una incoerenza di fondo, e ci si diverte guardando come l'autore la nasconda nella sua opera.

      Ma se non è il tuo genere, pazienza. Non è che ci debbano piacere a tutti gli stessi film.

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