Avevo qualche perplessità sulla prima stagione di Torchwood. La seconda me le ha risolte. Questi due episodi direi marcano il raggiungimento della maturità della serie. Non sono perfetti, ma hanno un loro ritmo particolare. Mi sembra che l'idea della produzione, fare una specie di Doctor Who rivolto ad un pubblico più adulto, si sia concretizzata. Sceneggiatori e registi, sotto l'occhio d'aquila dei produttori, fanno ampio uso di tutti i colori disponibili sulla tavolozza, dal tragico al comico, toccando temi che il Dottore può solo accennare, visto che è pensato per poter essere visto da un pubblico di tutte le età.
8) A day in the death - Tra la vita e la morte
Il titolo originale dovrebbe essere una citazione di A day in the life, una tra le canzoni più note (e belle) dei Beatles, che viene trasformata in Un giorno nella morte visto che si narra una giornata di Torchwood seguendo la prospettiva di Owen (Burn Gorman) che è una specie di zombie (vedasi i due capitoli precedenti per dettagli).
L'inizio sembra una variazione di Non buttiamoci giù, romanzo di Nick Hornby (in originale, A long way down) recentemente trasformato in film, che non ho ancora visto, e che ai tempi, quando l'ho letto, pensavo non fosse possibile rendere sulla pellicola. E i commenti che ho letto mi sembra mi diano ragione. Insomma, Owen è sul tetto di un palazzotto assieme ad una sconosciuta (Christine Bottomley), entrambi sembrano volersi buttar giù e si raccontano le rispettive storie.
Owen spiega come la vita di un morto (!) sia decisamente difficile, e come abbia cercato di suicidarsi buttandosi a mare, inutilmente, visto che non ha bisogno di respirare. Il suo essere morto, però, gli ha permesso di candidarsi per una missione impossibile, riuscendo a raggiungere un milionario (Richard Briers) che colleziona oggetti di origine aliena, uno dei quali sembra sia pericolosissimo.
Con gran dolore, Owen scopre che essere morto gli impedisce anche di fare respirazioni bocca a bocca (i suoi polmoni non funzionano più), e questo non gli permette di usare le sue conoscenze mediche per salvare un uomo. D'altro canto, si accorge anche che può fare ancora molte cose, come ad esempio, salire sul tetto di un palazzo non per suicidarsi (come ci aveva lasciato credere) ma per offrire un barlume di speranza a chi si voleva suicidare.
9) Something borrowed - Un matrimonio memorabile
Il titolo originale è un riferimento alla tradizione che vuole che la sposa abbia durante la cerimonia qualcosa ottenuto in prestito. Il matrimonio è quello di Gwen (Eve Myles) con Ryhs (Kai Owen). Il prestito è nientemeno che un feto alieno che Gwen si ritrova in ventre.
Il tema poteva essere affrontato seguendo la falsariga di Alien, si è scelto invece un approccio più da commedia. Gwen viene fecondata la sera prima del matrimonio da un morso del padre, che viene subito eliminato. La mattina dopo Gwen sembra al nono mese, con gran confusione di tutti. Il processo riproduttivo di questa strana razza di alieni prevede che la madre biologica intervenga al momento opportuno uccidendo la portatrice del suo bimbo nel dargli la luce.
Ovviamente Torchwood non può permetterle di completare la sua missione, ma non sarà una cosa semplice, perché un'altra caratteristica di costoro è quella di cambiare apparenza a piacimento.
Sullo sfondo, abbiamo la conferma che tra Gwen e il Capitano (John Barrowman) c'è ben più di una semplice amicizia tra colleghi, ma Gwen preferisce la sicurezza che le dà Ryhs all'avventurosità che la affascina in Jack. E scopriamo che Jack Harkness è stato sposato, e custodisce in una vecchia scatola alcune foto del suo matrimonio, che dovrebbe risalire ad alcuni decenni prima. Ci deve essere qualcosa di tragico dietro.
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