La dea del successo

Credo che il titolo italiano sia una astuta (e lo scrivo in senso ironico) idea della nostra distribuzione per cercare di attirare per assonanza il pubblico che pochi anni prima aveva gradito La dea dell'amore di Woody Allen. In realtà per paragonare i due film bisogna arrampicarsi sugli specchi, e non si fa per niente un buon servizio al lavoro di Albert Brooks, che lo ha (co-)scritto, diretto, e interpretato. In originale è un più sobrio The muse.

Si narra di un sceneggiatore hollywoodiano (Brooks) di medio successo che scopre improvvisamente di essere stato messo da parte dallo studio che lo aveva sotto contratto. Il suo problema è che l'ispirazione se ne è andata. O meglio, visto che non sembra che i suoi precedenti lavori fossero particolarmente ispirati, che il vento è cambiato e la produzione vuole storie diverse da quelle che lui scrive.

Il suo tenore di vita piuttosto spendaccioso e la sua incapacità anche di semplicemente pensare a cambiar lavoro, lo spingono a cercare una via veloce per tornare produttivo. La moglie (Andie MacDowell) lo consiglia di chiedere aiuto ad un suo amico (Jeff Bridges), anche lui sceneggiatore. Costui gli rivela il segreto del suo successo senza soste, conosce una musa (Sharon Stone). Una vera musa, a suo dire, e basta ingraziarsela e ronzarle attorno per avere idee a getto continuo. Vero che a frequentare Sharon Stone idee ne verrebbero a chiunque, ma si intende idee per sceneggiature di film per un ampia platea.

Forse un po' di colpa va al doppiaggio, che diluisce quello che dovrebbe essere il piatto forte del film, ovvero la recitazione di Brooks, ma credo che anche in originale spesso le battute non colpiscano il bersaglio. Mi verrebbe da dire che la sceneggiatura manca di ispirazione (ah ah).

L'interesse principale del film direi siano le comparsate che importanti amici di Brooks hanno fatto nei panni di loro stessi. Rob Reiner, Martin Scorsese, James Cameron i principali.

Penso che la morale della storia sia che a Hollywood cercano così disperatamente di restare sulla cresta dell'onda che potrebbero persino credere alla mitologia greca, se questo dà loro una speranza. Tema simile era stato affrontato, ad esempio, da I protagonisti di Robert Altman, con un risultato di gran lunga migliore.

2 commenti:

  1. Di recente ho rivisto il film.
    Ti consiglio di dare un occhiata alla pagina di WIkipedia italiana al riguardo...
    c'è scritto molto..... eeheheheee

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    1. Che dire, lapidaria. Però riporta un link alla voce relativa alla colonna sonora, che è di Elton John. A dire il vero non mi è sembrata molto ispirata nemmeno quella.

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