Torchwood - Stagione 2 (6 e 7)

Una coppia di episodi in cui si noti quanto importante sia la mano di Russell T. Davies, ufficialmente "solo" creatore e tra i produttori della serie, ma che evidentemente ha messo le sue zampe anche nelle sceneggiature, almeno per dare un indirizzo di massima agli sceneggiatori. Infatti il primo finisce brutalmente, lasciandoci in sospeso sul destino di uno dei protagonisti, Owen (Burn Gorman), e il secondo completa il racconto. Eppure il credito per la scrittura va ai soli J.C. Wilsher (sesta puntata) e Matt Jones (settima).

6) Reset

Una serie di misteriose morti nei dintorni di Cardiff attira l'attenzione non solo di Torchwood ma anche di UNIT, quella specie di organizzazione planetaria che si occupa di problemi legati agli alieni con cui spesso ha a che fare anche il Dottore in Doctor Who. Ai torchwoodiani si aggiunge quindi niente meno che Martha Jones (Freema Agyeman), già compagna di viaggio del Dottore, da cui si è staccata stremata dalla (apparente) mancanza di attenzioni di lui nei suoi confronti.

Si scopre rapidamente che si tratta di una macchinazione ordita dallo scienziato (relativamente) pazzo Aaron Copley (Alan Dale) per coprire le numerose morti di cavie umane su cui sta sperimentando una prodigiosa cura basata sull'utilizzo di una specie di zanzarone aliene.

In un certo senso, questo episodio si lega bene al precedente episodio Meat, nel senso che gli umani, anche questa volta, cercano di sfruttare esseri alieni senza badare minimamente alle sofferenze a cui li sottopongono.

Continua il ravvedimento di Owen, che accetta perfino l'idea di uscire una sera con Tosh, però nel finale di puntata sembra addirittura che debba uscire di scena.

Musicalmente, è una puntata molto post-Blur, visto che si sentono due brani, Feel Good Inc. di Gorillaz, e Freakin' out di Graham Coxon.

7) Dead man walking - La mietitrice di anime

Nulla a che vedere col film del '95 con Susan Sarandon e Sean Penn, Condannato a morte. Qui il titolo inglese va interpretato alla lettera. Owen, infatti, si trasforma davvero in un morto che cammina. Nel finale di Reset, infatti, viene ucciso, ma il Capitano (John Barrowman) non si rassegna. Si rivolge ad una misteriosa bimba lettrice di tarocchi che lo manda (malvolentieri) in una chiesa sconsacrata, dove si trova un guanto da cavaliere medioevale simile a quello usato da Suzie (la torchwoodiana che ha lasciato il team proprio all'inizio della prima puntata della prima stagione), e con esso resuscita brevemente Owen.

Curioso effetto collaterale, Owen resta apparentemente in vita, ma senza alcuna funzione corporea funzionante. Questo innesca un tentativo di una misteriosa entità (chiamiamola La Morte) di entrare nel nostro mondo per far sfracelli. Sembra che nulla la possa fermare, ci riuscirà però l'unico che non ha da temerla, perché è già stato una sua vittima.

Il buon Owen, che finalmente diventa un personaggio per il quale si può anche provare compassione, riesce a sopravvivere (se così si può dire) all'avventura, ma resta nella sua bizzarra condizione di quasi zombie.

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