Vincent & Theo

Nata come miniserie BBC in quattro puntate da cinquanta minuti l'una. Io ho optato per il formato più snello, il film dalla durata poco superiore alle due ore.

Come da titolo, non ci si focalizza sul solo Vincent Van Gogh (Tim Roth) ma piuttosto sulla relazione tra i due fratelli Van Gogh, evidenziando come la parte di Theo (Paul Rhys) sia stata tutt'altro che secondaria nella vicenda.

I due agiscono in perfetta simbiosi, Vincent, il creativo, si inventa pittore, Theo, il commerciale, lo presenta al pubblico. Avrebbe potuto essere una bella storia di successo se non fosse che la sensibilità comune non era ancora pronta per il salto in avanti di Van Gogh che superava l'impressionismo per prefigurare quel movimento che sarebbe diventato noto con il nome di espressionismo. Forse, se Vincent fosse stato meno radicale, e avesse in qualche modo mediato con il gusto comune, avrebbe reso più semplice la vita a se stesso e a suo fratello. Anche il brutto carattere dei due fratelli non ha certo aiutato, e qui bisognerebbe indagare sulla famiglia di origine, nel film si accenna appena ai burrascosi rapporti con Van Gogh senior, come pure le malattie che i due si erano attirati con la vita non semplice che hanno vissuto.

Nonostante il rimontaggio cinematografico sia stato fatto seguendo comunque le indicazioni di sceneggiatura (Julian Mitchell) e di regia (Robert Altman) originali, si sente comunque l'impostazione originale televisiva, che è per sua natura meno snella e più divulgativa di quanto tipicamente sia un prodotto pensato per il grande schermo. Il risultato è comunque buono, e certe scene, tipo quella in cui Vincent ascolta una discussione in un ritrovo parigino mentre giochicchia con i colori, o quella in cui cerca di dipingere in un campo di girasoli, finendo per soccombere allo scontro con loro, sono memorabili.

Curioso come Rhys sia stato chiamato in rapida successione prima ad interpretare il fratello di Vincent Van Gogh e poi quello di Charlie Chaplin.

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