Sono riusciti a resistere solo due puntate prima di presentare un caso basato sul solito psicopatico. Forse la realtà dei fatti fornisce una attenuante a questa predilezione degli sceneggiatori, anche se ho il sospetto che il motivo principale sia trovare una facile via di uscita dai vicoli ciechi della trama. Perché il tale si è comportato in un modo così insensato? Beh, è matto ...
Solito serial killer, dunque. Questo predilige i bambini, li porta via e lascia al loro posto un mazzetto di festosi palloncini. Il caso viene assegnato al solito capitano Gregson (Aidan Quinn) che chiama immediatamente Sherlock Holmes (Jonny Lee Miller) il quale, grazie ad una serie di indicibili colpi di fortuna, arriva rapidamente alla soluzione. Ma qui c'è un impiccio, invece di arrivare all'uomo dei palloncini si arriva alla sua prima vittima che, via sindrome di Stoccolma, sembra essere diventato molto vicino al suo antico rapitore, che ora sarebbe per lui come un padre. Un supplemento di indagine porterà al vero finale.
M'è sembrato che questa puntata, più che narrare un caso ben poco holmsiano, avesse come punto chiave quello di rivelare dettagli sul protagonista, che scopriamo aver avuto una pessima infanzia e aver tuttora una pessima opinione del proprio padre. Già dal pilot sappiamo che Sherlock non è in buoni rapporti col genitore, a cui aveva rinfacciato (*) di avergli lasciato in uso il più scarso dei suoi cinque appartamenti a Manhattan, e solo a patto che rimanesse sobrio. Se qualcuno facesse lo stesso per me, avrebbe la mia eterna riconoscenza. E credo che non sia un problema mio ma della strana personalità che hanno affibbiato a questo SH. L'originale semplicemente non avrebbe accettato nessun accordo, troppo orgoglioso.
La bislacca teoria propalata questa volta verte sulla cattiva abitudine di passare un numero eccessivo di ore leggendo materiale. Pessima idea. Il cervello non è fatto per funzionare in questo modo. C'è bisogno di staccare, altrimenti tutto diventa un magma indistinguibile. Stranamente questa volta Watson non mostra di pensare che Holmes sia un babbeo, ma lo asseconda, dicendo che anche lei passava notti insonni a studiare per preparare i suoi esami. E, nonostante questo, era considerata tra le migliori studenti del suo corso. Meh.
(*) Non direttamente, che non sappiamo ancora che sembianze abbia Holmes Sr., ma via lagnanza che si è dovuta sorbire la dottoressa Watson (Lucy Liu).
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