In seguito a quello che è successo nella precedente puntata, il capitano Gregson (Aidan Quinn) ha deciso di fare a meno dei servigi del suo consultant detective di fiducia. A Sherlock Holmes (Jonny Lee Miller) ovviamente non passa nemmeno per l'anticamera del cervello di scusarsi, anzi, approfitta della pausa forzata per lavorare su Moriarty, ottenendo invero poco o niente.
Per distrarsi pensa di chattare con un complottista di sua conoscenza, di cui, a sua insaputa, si fa ferocemente beffe. Costui però questa volta non gli dà spago, in quanto è stato ucciso. L'omicidio è stato goffamente travestito da suicidio, ma non ci voleva un Holmes per capire come erano andate le cose. Solo il povero detective Marcus Bell (Jon Michael Hill) poteva cascarci.
Pur non potendo contare più di tanto sul supporto della polizia, Holmes arriva ben presto a scoprire che tra i millemila complotti insensati di cui si occupava la vittima ce n'era uno che avrebbe potuto avere qualcosa di reale. Potrebbe essere la pista buona.
In parallelo, Watson (Lucy Liu) ha finito il periodo pagato da Holmes senior per badare a junior. Però non riesce a staccarsi da questo cliente e, adducendo pietose scuse, continua a fare il suo lavoro, come pro bono, e senza avvertire il paziente della situazione. Il che potrebbe portare problemi in futuro.
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