Delusione. Dopo Conflitto di coscienza speravo che la serie avesse svoltato, e invece qui si torna nei binari segnati dai primi sei episodi. Sarà anche perché la sceneggiatura è stata affidata a Jeffrey Paul King (*).
Nel prologo scoppia una bomba che ammazza un paio di antipatici creativi che spillano quattrini ad aziende facendo siti web che, già mi immagino, saranno stati belli da vedere ma assolutamente inutilizzabili. Gente spiacevole, ma non abbastanza da giustificare una reazione del genere, nemmeno dall'utente più insoddisfatto.
Sherlock Holmes (Jonny Lee Miller) capisce subito (**) che la bomba avrebbe dovuto esplodere anni primi, e che il ritardo è dovuto a qualche strana contingenza. L'indagine si sposta dunque all'azienda che occupava quegli uffici ai tempi in cui sembra sia stata piazzata la bomba. A capo di tale azienda c'è una appetitosa pollastrella, anche se non più giovanissima, Heather Vanowen (Lisa Edelstein), che avrebbe una mezza intenzione di combinare con Sherlock. Il quale, con la sua proverbiale incapacità relazionale, manda tutto all'aria.
Solito sviluppo, piste iniziali che portano a sviluppi inattesi e possibili bombaroli che riescono a dimostrare la loro estraneità, fino a che la via giusta non viene imboccata.
Nella trama parallela la Watson (Lucy Liu) cerca uno "sponsor", ovvero un tale che dovrebbe seguire Holmes nel suo cammino di sobrietà una volta che lei finisca la sua opera, scontrandosi contro la pertinacia di Holmes che preferirebbe farne a meno. Sembra che lo si trovi in Alfredo Llamosa (Ato Essandoh), indicato da Holmes forse più per indisporre Watson che per reale interesse, ma che sembra avere le qualità necessarie.
Sciocchezza dell'episodio. Si esplicita la ragione per cui Holmes guarda una decina di televisioni contemporaneamente. Sarebbe un allenamento al multitasking, e ci vogliono far credere che sarebbe possibile assorbire una tal mole di informazioni da un singolo individuo. Ma va là.
(*) Primo suo lavoro alla scrittura, dopo di questo scriverà un'altra decina di episodi. Nella serie lavora spesso come coproduttore e in uno strano ruolo definito come executive story editor. Credo che faccia qualcosa come "correggere" le sceneggiature altrui per adattarle allo spirito generale di Elementary.
(**) Ma la scientifica non stava dormendo, ci arrivano anche loro. Solo che sono svantaggiati con i tempi per dover giustificare le loro affermazioni.
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