M'è piaciuta la scena iniziale, con Sherlock Holmes (Jonny Lee Miller) intento a strangolare un morto per motivi di studio. Che è una di quelle attività assurde che ci si può aspettare dal personaggio. Il resto dell'episodio è in linea con la produzione precedente.
Holmes & Watson (Lucy Liu) questa volta il caso se lo trovano da soli, e il capitano Gregson (Aidan Quinn) viene coinvolto solo per fornire appoggio tecnico. L'ambientazione è ospedaliera, forse perché a scrivere questa sceneggiatura è stata Liz Friedman (*) che ha spesso lavorato per il Dottor House, si scopre che nell'ospedale dove Holmes strozzava cadaveri si aggira un assassino di malati terminali. In più ivi lavora una ex amica e collega della Watson, così che abbiamo modo di sapere di più sul di lei passato.
La strana convinzione di Holmes che ci viene illustrata questa volta è che la prima impressione sia spesso quella corretta. Il che, detto così, non vuol dire niente. Dipende da quanto spesso. Una volta su due, ad esempio, a me sembra molto spesso. Eppure questo vuol dire che altrettante volte la prima impressione è sbagliata. Inoltre sarebbe più corretto dire che noi umani abbiamo la pessima abitudine di prendere per buona quella che è la prima impressione, a prescindere dalla sua correttezza. La facciamo diventare corretta perché "ce lo sentiamo". E convincerci del contrario spesso è difficile. Di conseguenza un buon consulting detective non si dovrebbe mai fidare della prima impressione, anche quando questa si dovesse rivelare corretta.
Titolo originale Lesser evils, ovvero Mali minori.
(*) Che è spesso coinvolta anche nella produzione della serie.
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