Elementary 1.10: La cassaforte inespugnabile

Dopo il breve accenno in Mentre dormivi non abbiamo più avuto il piacere di sentire Sherlock Holmes (Jonny Lee Miller) suonare il violino. Qui però lo vediamo al pianoforte mentre esegue il primo pezzo da le Scene infantili opera 15 di Robert Schumann (*) mentre aspetta l'arrivo del capitano Gregson (Aidan Quinn) e del detective Bell (Jon Michael Hill) su un luogo del delitto. La sua passione per la musica tedesca ci viene confermata poco più avanti quando Watson (Lucy Liu) gli spegne lo stereo che, a notte fonda, sparava senza riguardo per nessuno l'Ode alla gioia dalla nona sinfonia di Beethoven.

Altro dettaglio interessante, anche se calato in un paesaggio di improbabilità oltre al limite dello stupefacente, è il riferimento ad un buffo linguaggio di programmazione, il Malbolge (**) di Ben Olmstead. La citazione è fatta correttamente ma è praticamente impossibile che Holmes (e un "cattivo" prima di lui) abbia capito da una riga di caratteri apparentemente casuali fossero invece un programma Malbolge. Altrettanto improbabile riuscire a capire cosa facesse quel programma nel poco tempo mostrato (***). Del tutto impensabile, poi, che codice Malbolge così breve faccia quello che deve fare perché la trama regga.

Tolti questi dettagli, la puntata è piuttosto noiosa. C'è un furto, viene violata una cassaforte che dovrebbe essere inviolabile, e che per questo è chiamata Leviatano (°). Il produttore del sistema chiede a Holmes di scoprire quale sia stata la falla nel sistema. Il nostro prende una strada molto lunga, lungo la quale risolve un notevole caso accessorio, e alla fine scopre l'arcano.

La trama parallela è quasi tutta dedicata a Watson e alla sua famiglia, con Holmes che cerca, con un certo successo, pare, a far crescere la popolarità della sua companion nei confronti di sua madre e del fratello.

(*) Il celebre Da paesi e uomini stranieri - Von fremden Ländern und Menschen.
(**) Il nome è un riferimento alle Malebolge dantesche. Che poi sarebbero l'ottavo girone dell'inferno.
(***) Il nome infernale del linguaggio è dovuto alla sua diabolica incomprensibilità.
(°) Da cui il titolo originale, The leviathan.

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