Confondere induzione con deduzione è per Sherlock Holmes (Jonny Lee Miller) una tradizione che dura dai tempi di Conan Doyle e sarebbe dunque ingeneroso prendersela se anche una profiler dell'FBI (Kari Matchett) cade nell'equivoco. E così Holmes se ne ha a male solo per essere stato profilato (*) da costei.
Il caso non sarebbe neanche male, un serial killer (Terry Kinney **) usa uno strano piano per uscire di galera e attuare la sua vendetta verso la profiler che l'aveva incastrato. Holmes è combattuto tra risolvere il caso (***) e parteggiare per il cattivo, visto che entrambi hanno il dente avvelenato con la stessa persona. Purtroppo, a mio gusto, lo sviluppo non sufficientemente intrigante.
Per riempire il tempo assistiamo ad un problema di Watson (Lucy Liu), che perde il suo appartamento per averlo subaffittato ad un regista di documentari che, per sbarcare il lunario, gira proprio lì un porno. Lei usa le capacità di osservazione che ha appreso (°) da Holmes e induce (°°) un dettaglio che le permetterà di uscire meno traumaticamente dalla sua tana.
(*) Un po' come se la prenderebbe Hannibal Lecter, vedasi Il silenzio degli innocenti (1991) e seguenti.
(**) Avrei visto meglio nella parte Steve Buscemi.
(***) Non particolarmente complicato, a ben vedere.
(°) Non si spiega bene come, forse per osmosi.
(°°) E non deduce!
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