Love & secrets

Il film è dovuto all'attrazione fatale che il trio creativo (*) ha per la vita di Robert Durst, vicenda che da decenni riappare e scompare nelle cronache americane. Se questo è un vantaggio per lo spettatore d'oltreoceano, che più o meno sa di cosa si parla, e riconosce dettagli di cui sa grazie a televisione e giornali, lo è meno per noi. Per motivi sia narrativi sia di cautela, la storia è stata semplificata e sono state eliminate alcune parti imbarazzanti. Ad esempio non si cita nemmeno di passaggio che Durst ha avuto una lunga relazione pubblica con Prudence Farrow prima della misteriosa scomparsa della moglie. Inoltre, dopo la realizzazione del film, sono successi altri fatterelli che hanno complicato la posizione del Durst e hanno avanzato sospetti persino peggiori sulla sua figura. Infine, alcune illazioni sui fatti sono a dir poco indimostrabili, come il presunto parricidio che gli viene velatamente attribuito.

Nonostante tutte queste cautele, il racconto, che pure non è per niente attendibile sui singoli fatti, ha una sua rilevanza nel darci un'idea dei tempi e dell'ambiente in cui i fatti si sono svolti.

David Marks (Ryan Gosling) è il rampollo di una ricca famiglia che possiede immobili a midtown Manhattan, dalle parti di Times square. Siamo sul finire degli anni settanta, e ai tempi la zona era malfamata. Succede così che gli affittuari dei Marks hanno a che fare con pornografia, prostituzione, e tutta una serie di attività al limite della legalità, se non oltre. La potenza e ricchezza della famiglia è tale da far sì che questo dettaglio risulti invisibile ai loro amici, che preferiscono non vedere e non sapere.

Per David la sua famiglia è un peso, e così quando incontra Katie (Kirsten Dunst), completamente estranea al loro giro, se ne innamora in un batter d'occhio. I due decidono di mollare New York e aprire un negozio di alimentari nel Vermont (**). La cosa però non dura, il padre di David, Sanford (Frank Langella), insiste perché i due piccioncini tornino in città, facendo balenare l'idea che Katie si merita di più di quello che David gli può offrire.

E inizialmente Sanford sembra aver ragione, ma il contatto continuo con il padre, e il lavoro deprimente, risveglia in David la sua inquietudine, che viene fatta risalire al suicidio di sua madre, avvenuto quando lui aveva sette anni. Il timore di non poter essere un buon padre, o forse il rifiuto completo della figura paterna, spingono David a rifiutare di avere figli, cosa che determina il distacco da Katie. Con il passare degli anni il carattere di David peggiora sempre più, finché una notte Katie sparisce. David sostiene se ne sia andata, la regia ci fa capire di pensare che le cose siano andate in un modo più tragico.

Una ventina di anni dopo il caso viene riaperto. Si scoprono alcuni elementi molto dubbi, e sembra che ci siano elementi che possano incriminare David. Deborah Lehrman (Lily Rabe), vecchia amica di David, potrebbe avere cose da dire in merito ma, sfortunatamente, una pallottola le impedisce di chiarire alcunché. Dal canto suo, David, si sottrae all'inchiesta sparendo nel nulla, si scoprirà poi che ha vissuto in un paesino desolato spacciandosi per donna, risolvendo il problema della voce poco femminile dichiarandosi muta. Giusto per complicare le cose, in questo periodo David ammazza un suo vicino e lo fa a pezzi, e per questo verrà portato a processo, ma se la caverà con una condanna di pochi anni.

A mio parere, il difetto principale del film è che non si capisce dove vuole andare a parare. Da un lato sembra suggerire che David sia vittima delle circostanze, e che il suo peccato più grosso sia quello di non essersi riuscito ad affrancarsi dal mortale abbraccio paterno. Dall'altro, il comportamento di David è quello di un idiota per il quale è veramente difficile avere anche una minima empatia. Forse la lezione che si può trarre da questa storia è che se si è abnormemente ricchi si può fare di tutto, e che questo non sia un bene per nessuno.

(*) Regia di Andrew Jarecki, sceneggiatura di Marcus Hinchey e Marc Smerling.
(**) Come dire, nel mezzo del nulla. Il nome del posto, All good things - Tutte cose buone - è il titolo originale del film. Che, al contrario del titolo scelto dalla distribuzione italiana, ha un suo senso. Infatti, evidentemente, si sostiene che David sia stato rovinato dal contatto con la sua famiglia, e che forse la vita in campagna sarebbe riuscito a far sì che fossero le cose buone dentro di lui ad avere il sopravvento, e non quelle cattive.

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