Lo straccione

Primo film con Steve Martin protagonista e (co)sceneggiatore, anche se non si può parlare propriamente di un debutto, considerando quanto aveva già fatto, in entrambi i ruoli, per la televisione. La regia è di Carl Reiner, già complice in avventure precedenti, per la prima volta in questa formazione che sarà mantenuta per altri lavori, il meglio riuscito dei quali direi è Il mistero del cadavere scomparso.

Il titolo originale, The jerk, potrebbe essere tradotto come L'imbecille, in quanto si narra la storia di Navin R. Johnson (Martin) che ha indubitabilmente problemi nel capire quel che accade. Trovatello, è stato allevato da una famiglia di colore, e all'età di trenta anni e più non si era reso conto che c'era qualcosa di strano nella sua bianchezza. Decisosi per futili motivi ad abbandonare la casa, trova lavoro come inserviente ad un garage / benzinaio di un italo-americano. Preso di mira dal solito matto armato di fucile, si unisce casualmente ad un circo, in cui incontra Patty (Catlin Adams), una rude motociclista (*) che si innamora di lui, al punto da tatuarsi il suo nome su una chiappa. La felicità dei due piccioncini dura poco, perché entra in scena Marie (Bernadette Peters), cosmetologa (**), che risulterà essere il vero amore di Navin.

A contrastare l'amore dei due ci pensa la mamma di lei, che sembra molto mal disposta nei confronti di lui, in quanto mirerebbe per un partito migliore. Fortuna vuole che una demenziale invenzione di Navin gli frutta cifre spaventosamente alte, e i due si possono sposare. Ma i soldi danno loro alla testa, e il cattivo gusto li sommerge, rischiando di farli affogare. Capita però che l'origine della loro ricchezza abbia un peccato originale, che viene evidenziato dallo stesso regista, e questo porterà alla caduta in miseria della coppia. Dopo un primo shock, Marie non sembrerebbe poi così dispiaciuta del rovescio, le basterebbe poter vivere con Navin, il quale però non ci sta, e le promette di essere capace di tornare sulla cresta dell'onda (***). I due litigano, e lui se ne va, diventando un barbone - o straccione, come da titolo italiano. Segue lieto fine che raddrizza all'ultimo momento la situazione.

Alcune battute sono decisamente divertenti, altre meno. Spesso mi è venuto un certo imbarazzo nel trovarmi a ridere nelle disavventure di un imbecille, mi ha consolato il fatto di leggere nella figura di Navin la caricatura, per quanto incredibilmente esagerata, di tutti noi. O meglio, degli americani in particolare, ma di tutti gli occidentali in generale.

(*) Che un po' mi ricorda il ruolo di Ryan Gosling in Come un tuono.
(**) E non cosmonauta, come Navin inizialmente crede di capire.
(***) Così che le potrà regalare un diamante così grosso da farla vomitare.

2 commenti:

  1. un bel film; ricordo che in sala era una risata dietro l'altra (ad es. per la gag della casa dei genitori adottivi, ristrutturata con i soldi del protagonista...)
    era la prima volta in cui ammiravo Steve Martin (bisognerà che gli dedichi un post; mi sono divertito tempo fa ad accostarlo al suo coetaneo milanese, ma merita maggiore attenzione)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A me Steve Martin diverte un sacco, anche se ci sono alcune cose (p.es. il remake della pantera rosa) che vorrei tanto non avesse fatto.
      Questo film fa ridere tanto anche a vederlo oggi, ma se l'avessi visto ai tempi forse mi sarei fatto meno problemi sull'imbecillità del protagonista e avrei riso di più. O forse non avrei fatto caso al fatto che sono tutti imbecilli nel film e me lo sarei goduto meno. Chissà.

      Elimina