Tutto può accadere a Broadway

Credo che il problema di questo film stia nella sua lunghissima gestazione, e nei numerosi cambiamenti di cast che ha subito lungo la strada. Scritto da Peter Bogdanovich (*) e Louise Stratten (**), quando i due erano sposati, era stato pensato con John Ritter nel ruolo maschile principale, il che avrebbe dato un indirizzo più slapstick allo svolgimento dei fatti. L'improvvisa morte di Ritter, e altri fatti, hanno causato un lungo stop al progetto e una riscrittura che forse ha causato qualche sbilanciamento di troppo nell'azione.

Come in Rumori fuori scena, il tutto ruota attorno alla preparazione di uno spettacolo teatrale che sembra ugualmente destinato alla catastrofe. Qui però il punto di vista prevalente è quello del secondo ruolo femminile, una debuttante che sappiamo subito aver fatto un gran salto verso Hollywood, infatti tutta la storia è narrata in flashback da lei ad una giornalista.

Abbiamo dunque che Izzy/Isabella (Imogen Poots) lavora come escort a New York sotto l'improbabile nome di Glow Stick in attesa di ottenere una parte come attrice. Una sera viene mandata dalla sua maitresse nella camera di albergo del noto regista Arnold Albertson (Owen Wilson), che però nasconde la sua vera identità ad entrambe. Arnold, che è sposato con Delta Simmons (Kathryn Hahn), ha l'hobby di portare a cena prostitute, passare con loro serate romantiche e, dopo averci fatto sesso, offrir loro un sacco di soldi affinché cambino vita realizzando quello che è il loro sogno.

Glow ha alcuni affezionati clienti, tra cui un giudice (Austin Pendleton) che ha per lei una fissazione, al punto che la fa pedinare da un investigatore privato. Rendendosi conto di esagerare, vorrebbe parlare con la sua psicoterapeuta, che però s'è presa un sabbatico di sei mesi per cercar di risolvere la sua dipendenza da alcolici (***), e dunque finisce in cura dalla di lei figlia, Jane (Jennifer Aniston), una pazza scatenata.

Nello stesso albergo, stesso piano, di Arnold c'è anche la stanza di Seth (Rhys Ifans), protagonista maschile della commedia che Arnold deve dirigere, che è innamorato, non ricambiato, di Delta, che a sua volta è la protagonista femminile. La pièce è scritta da Joshua (Will Forte), che è fidanzato a Jane, ed è il figlio dell'investigatore a cui il giudice si è rivolto per far pedinare Glow. Joshua, sfinito dal caratteraccio di Jane, la molla, e cerca di concludere con Isabella, attirandosi così le ire di Jane e del giudice.

Dopodiché la vicenda diventa più intricata. Tutto sommato l'architettura del racconto regge, anche se non tutto fila per il meglio. Il punto chiave della storia mi è sembrato un po' duretto da mandar giù. Va bene che da una screwball comedy non ci si deve aspettare una gran ragionevolezza, ma il comportamento di Arnold mi pare veramente bizzarro. Ho delle riserve anche sul finale, basato su una comparsata di Quentin Tarantino.

(*) Sua pure la regia.
(**) Anche tra i numerosi produttori, assieme a Wes Anderson e Noah Baumbach.
(***) Vederemo nel finale che non ci riesce. Forse perché la presunta riabilitazione aveva sede in Toscana.

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