Le pagine della nostra vita

Quale sia il registro del film lo si capisce dalle prime immagini, belle fin che si vuole, ma con un tasso di zuccherosità tale da renderle un pericolo glicemico per chiunque. Dopo pochi minuti ho avuto la sensazione di sapere praticamente tutto quello che c'era da sapere sulla storia, e in effetti avrei saputo fare un rapido riassunto di quello che stava per succedere. Eppure è un film che si lascia vedere, se non si aborriscono i drammi sentimentali strappalacrime, e ha anche un buon numero di aspetti positivi, che direi superano quelli negativi.

Tra i secondi metterei la lunghezza e una fantasia consolatoria che, purtroppo, è assolutamente improbabile, se non impossibile. Il romanzo di Nicholas Sparks parte infatti dall'assunto che l'Alzheimer non sia quel mostro ingordo che si mangia tutta la nostra memoria, e che l'amore possa sconfiggerlo, anche se solo temporaneamente. La regia di Nick Cassavetes ha il torto, se così si può dire, di seguire con molto rispetto la storia originale che mette in parallelo due vicende, con conseguente uso di due ore per completare la narrazione. Ci sono alcuni elementi, come tutta la parte legata all'amico del protagonista, che hanno un impatto minimo sullo sviluppo della storia e che, per il mio gusto, potevano essere eliminati senza problemi.

Ci sono due coppie di protagonisti in due tempi diversi. Nel tempo presente (*) Duke (James Garner) è in una casa di riposo e legge una storia a Lei (Gena Rowlands) che ha grossi problemi di memoria, in pratica non ricorda nulla, in cui si narra di Allie (Rachel McAdams) e Noah (Ryan Gosling) che erano ragazzetti sul finire degli anni trenta. Lei di famiglia ricca, lui poverissimo, ma il cui padre è interpretato da Sam Shepard. Diversissimi, sono in contrasto su tutto, ma trovano sempre una sintesi. Lui lavora per pochi centesimi all'ora, lei è sul punto di partire per una qualche costosa università chissadove (**). Nonostante tutto si amano e vogliono trovare un modo di continuare a stare assieme. L'ostacolo, che si rivelerà insormontabile (***) è la madre di lei (Joan Allen), che proprio non ne vuole sapere di vedere la figlia sposata a "white trash" (°).

Lo svolgimento susseguente segue le regole del genere, ma con alcune sorprese. Ad esempio, più avanti scopriremo il perché del comportamento della madre di Allie, e la vedremo titubare, forse ammettere di aver avuto torto, e comunque lasciare che sia la figlia a fare la scelta finale.

Ottima la prova degli attori, con le due coppie principali estremamente credibili. Per la coppia giovane forse aiuta anche il fatto che la McAdams e Gosling siano quasi coetanei, nati entrambi a London nell'Ontario, e che proprio con l'occasione di questo film si siano messi assieme per un paio d'anni.

(*) Occhio e croce siamo attorno al cambio di secolo.
(**) Alla fine finirà a New York.
(***) Almeno temporaneamente.
(°) Immondizia bianca, così vengono qualificati i bianchi che non hanno adeguato pedigree.

3 commenti:

  1. come film tratto da un libro di Sparks è tra quelli che hanno cercato di dedolcificare di più, ma è impossibile riuscirci! ;)

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    1. E forse non sarebbe neanche una buona idea. Chi va a vedere un film come questo, se lo aspetta :D

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