Mutant chronicles

Basato liberamente sull'RPG omonimo, segue la struttura tipica di un'avventura di un gioco di ruolo. Si fornisce l'ambientazione, una compagnia di personaggi molto diversi parte con uno scopo ben determinato, gli avversari fanno di tutto per ridurre in briciole i nostri eroi, che però arrivano alla meta. O meglio, almeno uno arriverà alla meta, visto che si segue anche la tradizione degli horror-zombie, con relativa conseguente fine truculenta per gran parte dei protagonisti.

Siamo nel 2700 e rotti, il mondo è controllato da cinque corporazioni che in uno scenario alla 1984 sono in perpetua guerra tra di loro. Per motivi poco chiari, la tecnologia è una strana mescola che epoche che vanno dal medioevale, alla prima / seconda guerra mondiale, al futuribile. Nel corso di una battaglia tra gli inglesi (Imperial) e i tedeschi (Bauhaus), viene rotto il sigillo che teneva imprigionato da diecimila (sic!) anni una prodigiosa macchina aliena che converte gli umani in mutanti assassini.

Fratello Samuel (Ron Perlman) è a capo di una congregazione religiosa che ha la sua origine nel gruppo di arditi che diecimila anni prima era riuscita imbrigliare la macchina e metterla fuori combattimento. Per motivi non spiegati, costoro hanno taciuto per tutto il tempo, e solo adesso che il danno è fatto chiedono alla corporazioni di mettere assieme un manipolo di disperati che, seguendo le indicazioni contenute nella bibbia di quel bislacco ordine, potrebbero distruggere la macchina.

Le corporazioni sono poco interessate alla missione, dopotutto la Terra è già mal ridotta, e preferiscono lasciare gran parte degli umani al loro destino mentre i pochi eletti si rilocano su Marte e in giro per il sistema solare. Capita però che il capo della Imperial, Constantine (John Malkovich), non abbia alcuna voglia di abbandonare il nostro pianeta, e decida perciò di dare la sua navicella a Fratel Samuel, facendo sì che l'azione cominci.

La sceneggiatura (Philip Eisner) e la regia (Simon Hunter) hanno molteplici zone d'ombra. La produzione sembra più televisiva che cinematografica, una serie impressionante di spiegoni ammorba la prima parte del film, Perlman mi è parso decisamente fuori ruolo, Malkovich ha qualche secondo in cui mostra che riesce ad essere un grande anche in queste tristi circostanze.

2 commenti:

  1. Pensa che non conoscevo il gioco e tutto il resto...

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    1. Non ho capito se hai visto il film senza sapere del gioco, o se non l'hai visto. A qualcuno è piaciuto, io non mi sentirei di consigliarlo a nessuno.

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