A ben vedere la storia non è molto diversa da quella narrata in È ricca, la sposo e l'ammazzo, film di soli sei anni dopo che però fa sembrare questa sceneggiatura roba di svariati decenni prima. Anche la regia (Richard Quine) non è particolarmente ispirata. A salvare la baracca il notevole cast.
Stanley Ford (Jack Lemmon) fa una vita da nababbo in una splendida casa a New York, grazie al successo della sua striscia sulle avventure di un agente segreto pubblicata su moltissimi quotidiani. E' scapolo, decisamente contrario al matrimonio, e accudito da un maggiordomo inglese (Terry-Thomas) tuttofare. In una notte di bagordi incontra una bellissima italiana (Virna Lisi) che esce seminuda da una torta (scena mitologica). Essendo lui ubriaco fatto e lei non parlando inglese, c'è un certo livello di fraintendimento che si conclude in un matrimonio che lei sopravvaluta e lui rimpiange sin dal suo risveglio.
Incapace di crescere, Stanley subisce più che apprezzare la routine matrimoniale, al punto che quando i due fanno sesso l'immagine sfuma sui mugugni di lui che sembra patire l'iniziativa di lei. La mutata condizione del disegnatore si riflette anche nella sua creatura a fumetti che, come Stanley, si sposa, perde la forma fisica e diventa pantofolaio.
Comprendendo infine che qualcosa non va, Stanley decide di partire al contrattacco e, con l'aiuto del fido ex-maggiordomo, con cui è rimasto in buoni rapporti che pur essendosi questi dimesso perché anch'egli avverso al matrimonio, ordisce una trama per uccidere la moglie. La moglie del personaggio a fumetti, si intende. Ma siccome Stanley è un perfezionista, tutto quello che accade nei fumetti deve essere prima verificato nella realtà.
Purtroppo la sceneggiatura ci tiene a farci capire subito che nella realtà non c'è alcun omicidio, e quindi la seconda parte del film ha molta meno tensione di quanto avrebbe potuto avere. Comunque Stanley droga veramente la moglie, prosegue il piano con un manichino e, quando è soddisfatto del risultato, trasforma in fumetto la sua malefatta.
La moglie, che per tutto il film è chiamata solo Signora Ford, quando si sveglia, trova Stanley addormentato sulle tavole completate, vede la storia, se ne raccapriccia, molla tutto, compreso l'anello matrimoniale, altro particolare significativo - solo lei lo ha, e se ne va come è arrivata. Portandosi dietro in più solo un petulante cagnoletto.
Non essendoci l'habeas corpus nessuno potrebbe accusare Stanley di nulla, ma qui si fa un'eccezione. Si imbastisce in fretta e furia un processo e Stanley è sull'orlo di finire male. Se non avesse un colpo di genio. Constatato che la giuria è composta da soli uomini di mezza età, ricusa il suo avvocato e si fa da sé l'arringa finale, in cui fondamentalmente sostiene che l'uxoricidio è lecito.
Nel finale si mette una pezza a questo orrore mostrando il ritorno della moglie e la ritrovata intesa familiare.
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