Simpatica commedia, in bilico sul versante della satira, scritta e diretta da Paul Weitz, che avrebbe meritato un miglior successo di quello, molto limitato, che ha ottenuto.
Ottimo il cast, Hugh Grant al suo meglio, nei panni panni di Martin Tweed simpatica carogna che conduce un reality, American Dreamz, indeciso tra il disprezzo per i concorrenti e il pubblico e i vantaggi che gli dà la popolarità; Dannis Quaid bravo nel fare un presidente degli USA stonato come pochi (evidentemente ispirato da Bush Junior); Mandy Moore (che ho appena visto in Tutto quello che voglio, dove aveva una parte minore) credibile in una parte non semplice, ragazzotta di campagna che mira al successo ad ogni costo; Willem Dafoe un po' sacrificato nel ruolo del capo dello staff del presidente. A questi si aggiunge Sam Golzari a cui tocca il ruolo del terrorista confuso, pasticcione, e ben poco motivato.
Il lato satirico della vicenda sta nel fatto che praticamente tutti hanno un lato idiotico che li porta a mettersi nei pasticci, ma viene smussato dal fatto che quasi tutti hanno un briciolo di umanità.
Tante vicende che si incrociano e giungono alla loro naturale fine. Tweed, pieno di disgusto per quello che fa, finirà per abbandonare le scene, come si suol dire, facendo il botto: raggiungendo un picco di ascolti mai visto prima. Il presidente, entrato in politica non sa nemmeno bene come (dice che gli pare di ricordare sia stata sua madre a volerlo presidente, perché voleva dimostrare al marito come un fesso qualunque potesse diventarlo) acquista una certa consapevolezza e, chissà, magari diventa anche un bravo presidente. La ragazzotta ha quello che voleva, il successo, e adesso son cavoli suoi. Il terrorista, che sin dall'inizio aveva mostrato la sua passione per il musical, mollerà le armi per il canto e il ballo.
Si ride, ci sono spunti di riflessione, buona sceneggiatura, regia, recitazione. Eppure, il risultato è stato piuttosto scarso. Chissà, forse perché la satira riesce meglio quando i personaggi negativi vengono spogliati di ogni residuo di umanità (come non pensare ad un capolavoro come il Dottor Stranamore) o forse perché i bersagli di questo film, come una certo trash televisivo, dove quello che conta è apparire, a costo di trasformarsi in caricature di sé stessi, sono così forti che non riescono a venir scalfiti da questo film.
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