Primo lungometraggio diretto da Davide Marengo, noto per la sua esperienza nei video musicali. La frequentazione di Marengo all'ambiente musicale - suo Craj del 2005, documentario sulla musica popolare pugliese - spiega la bella colonna sonora che si destreggia tra diversi stili.
Ottimo il cast, almeno nei ruoli principali. La storia non è niente di soprendente, ma viene giocata giocata con una buona ironia, appoggiandosi sulle atmosfere di una Roma notturna che risultano piacevoli.
Buon risultato complessivo, grazie agli ottimi ingredienti che ha avuto a disposizione, anche se il finale non mi ha soddisfatto. Un po' come se si fosse arrivati corti di fiato, dopo tutto il correre del film.
Giovanna Mezzogiorno ha il ruolo di una ladra che ha imparato sin da piccina a non fidarsi di niente e di nessuno e che tira dentro nella storia Valerio Mastandrea, autista di autobus tendente alla depressione e con un grosso debito di gioco da saldare. Ennio Fantastichini, sempre un ottimo cattivo, qui fa un agente dei servizi che sta cercando di mettere le mani su di un misterioso microchip, finito per caso nelle mani della ladra; dall'altra parte ci sono Francesco Pannofino, anche lui un convincente cattivo ma con una vena più comica, e Roberto Citran, una coppia di sbirri un po' pasticcioni e molto violenti. Una particina (nei panni della moglie del poliziotto interpretato da Pannofino) anche per la brava Iaia Forte.
I personaggi sono costruiti bene, ma non (mi) è chiaro il loro sviluppo. Il protagonista, ad esempio. Ha studiato, gli mancava un esame a laurearsi ma, per motivi imprecisati (una donna, pare) ha mollato tutto e si è adattato su un lavoro che chiede poco, e poco dà. Inoltre, in contrasto alla sua tendenza di non rischiare, ha la passione per il gioco d'azzardo, che lo porta verso la rovina, dato che non è capace di bluffare e non riesce a capire il gioco degli avversari. Ha un rapporto complesso con un suo amico che è anche il suo strozzino. Nel suo lavoro è capace, ma gli manca lo stimolo a fare quel di più che sarebbe alla sua portata. Parlando con la ladra viene fuori che il "segreto del bravo autista di autobus" è il guardarsi dietro, sapere usare gli specchietti retrovisori. La ladra lo interpreta nel modo negativo, ovvero nel fatto che lui non si sappia staccare dal passato (anche perché lei ha il problema opposto, non riesce a mantenere una relazione con il passato, è sempre in fuga verso qualcos'altro).
Un buon personaggio, dunque, ben caratterizzato. Lo vediamo usare il suo passato, la conoscenza di un deposito di stoffe, per riuscire ad sfuggire agli inseguitori. Lo vediamo usare anche le sue capacità di guida all'autobus in una scena di inseguimento (avrebbe potuto essere maggiormente spettacolarizzata - mi sembra che invece sia solo confusa), da cui però ne esce in un modo che sembra più fortunato che abile. Lo vediamo anche bluffare con successo e riuscire a stendere un avversario. Ma tutto questo ci viene mostrato senza dargli l'opportuna rilevanza, e sembra sempre che il personaggio sia sì cambiato, ma più accidentalmente che sostanzialmente. Come dire, non si vede bene la crescita del personaggio.
La scena topica risulta quella dove deve decidere se prendere una borsa contenente un paio di milioni di euro o abbandonarla. La ladra, esperta della faccenda, gli ha consigliato di lasciarla ed è scappata, ritenendo che due tra i presenti sul posto fossero poliziotti. A questo punto noi dovremmo vedere la sua transizione e vedere come agisce in questa situazione limite. Invece non vediamo niente. Stacco e passaggio alla scena successiva, quando lui si ricongiunge alla ladra. Non sapremo mai cosa è successo in quel frangente.
Titoli di coda con Daniele Silvestri che canta La paranza, e viene premiato con un David.
Peccato per l'assenza assoluta di bonus nel DVD.
Nessun commento:
Posta un commento