Molto scarso. Se non l'hai ancora visto, continua così.
Dato il regista/produttore, Michael Bay, non è che ci si possa aspettare molto - noto per la serie dei Transformers, ma anche per i due Bad Boys, Armageddon, Pearl Harbor e persino The Rock. Roba di facile visione e molto rumorosa. Anche paragonato alla sua produzione normale, però, The island non regge al confronto.
Uno scienziato pazzo (Sean Bean) ha creato una specie di fabbrica sotterranea in cui, dietro cospicuo pagamento, crea e mantiene cloni dei clienti finché questi non hanno bisogno di pezzi di ricambio. Ai cloni si dice che è successa una catastrofe planetaria e loro sono gli unici superstiti in un ambiente controllato. Un clone (Ewan McGregor) inizia a fare troppe domande e stringe amicizia con un tecnico (Steve Buscemi) che, direttamente o indirettamente, finirà per fargli aumentare i dubbi. Un giorno una clone sua amica (Scarlett Johansson) vince la "lotteria" che le permetterà di lasciare quella specie di galera per andare su una fantastica isola incontaminata (questa è la favoletta che raccontano ai cloni per spiegare come mai ogni tanto qualcuno di loro sparisce). Lo stesso giorno il clone astuto scopre che non è vero niente di quanto avevano detto loro, e organizza una fuga per lui e la sua amica. Seguono inseguimenti, sparatorie, incidenti stradali, elicotteri che si schiantano finché i cloni non riescono a riprendersi la libertà.
Volontariamente o meno, sono citati film a bizzeffe. Matrix, anche se lì la contrapposizione era tra umani e macchine, qui i cloni nel loro bozzolo ricordano molto gli umani "addormentati" di quel film. Blade Runner, se vogliamo, per la storia dei cloni che si ribellano. Gattaca, per il discorso pseudo-etico sui diritti dei cloni. Persino Metropolis di Fritz Lang, per la rappresentazione della Los Angeles del futuro. Ma anche film di azione alla Arma Letale per parte del film dedicata all'inseguimento.
Per far funzionare il film si sarebbe dovuta prendere una decisione: o rendere i personaggi e la storia più realistica di quel che è; o puntare esplicitamente sull'azione, tagliando i molti tempi morti e tentativi (falliti) di dare uno spessore ad una storia che non ne ha.
Altro elemento che mi ha decisamente disturbato è stata la presenza veramente eccessiva della pubblicità. Alla faccia del product placement. Alcune scene sembrano girate con l'unico scopo di dare spazio ad un certo articolo.
Sul DVD non è male il making of incluso, dove si vede Michael Bay che si diverte un mondo a schiantare automobili, far precipitare un elicottero e a filmare gioiosamente tutte queste catastrofi. Da cui si deduce che almeno uno s'è divertito con questo film.
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