Gli insoddisfatti di questo film, a quanto vedo, sono una minoranza. Ma tra di loro ci sono pure io.
Il film parte bene, ma poi si disperde. Per i miei gusti vira troppo al fumettistico (d'altronde è adattato da un manga), e mi son trovato pure ad usare il fast-forward per superare la noia che, a tratti, m'ha assalito.
Bella la colonna sonora, devo dire. Piacevole, nel complesso, la regia di Chan-wook Park.
Francamente esagerato mi sembra il palma res della pellicola, con un gran premio della giuria di Cannes, e numerosi altri premi e nomination.
Si parla di vendetta, secondo episodio di una trilogia del regista sul tema, anche se a mio parere il risultato è un po' confuso. In pratica succede che il protagonista viene rapito, e tenuto in una prigione clandestina per quindici anni senza che gli venga detta una sola parola. Dopodiché viene liberato e sfidato dal carceriere a scoprire il motivo per cui ha subito tutto ciò.
Scopriremo col protagonista che si trattava della prima parte della vendetta per aver causato, del tutto inconsapevolmente, la morte della sorella del carceriere.
M'è sembrato insoddisfacente l'uso dell'ipnosi da parte del carceriere per ottenere la seconda parte della sua vendetta. E andiamo. L'ipnosi. Roba da medioevo - in senso cinematografico. Del resto anche la costruzione di una vendetta che dura quindici anni mi pare un poco eccessiva.
Ne consiglierei la visione solo agli amanti del cinema coreano e di quello di Quentin Tarantino (a cui tanto è piaciuto).
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