Il buon cast che la produzione è riuscita ad assicurarsi per questo film scritto e diretto dal (giustamente) poco noto Rowdy Herrington non basta a risollevarlo da una mediocrità che direi figlia di una sceneggiatura migliorabile. L'impostazione è da trama hitchcockiana con il protagonista che si trova con sua grande sorpresa in un inghippo di cui non capisce bene il senso se non che deve scappare e trovare da se il bandolo della matassa, se non vuole fare una brutta fine.
Un avvocato amorale (Cuba Gooding Jr - non particolarmente ispirato) decide improvvisamente che ne ha abbastanza di difendere ricconi evidentemente colpevoli, a partire dal suo cliente del momento (Eric Stoltz) e comunica al mondo il suo cambiamento in modo così poco appropriato che gli viene revocata la licenza.
Non sapendo più che fare della sua vita, decide di portare turisti in mare a pescare e pensa di scrivere un libro, senza avere bene una idea di cosa potrebbe mettere su quelle pagine. Per sua fortuna (?) gli capita di portare in giro un vegliardo che un giorno gli confida di aver scritto una storia su un serial killer di avvocati, gli lascia il malloppo in lettura e schiatta.
Mettendo rapidamente a tacere i suoi dubbi morali, il nostro copia, praticamente parola per parola, il romanzo e, spacciandolo come suo, lo sottopone ad una casa editrice, capitanata da una affascinante tipetta (Ashley Laurence), che in quattro e quattr'otto lo fa diventare un best seller.
La cosa migliore del romanzo è il titolo, che è anche il titolo originale del film, A murder of crows, che si può tradurre come Un assassino di corvi o anche Uno stormo di corvi, visto che il romanzo racconta di un omicida che odia gli avvocati, visti come corvi, sottolineando l'aspetto di quanto, almeno secondo l'assassino, agiscano di comune accordo, come animali gregari.
Ma qui arriva l'inghippo. Il romanzo non è opera di fantasia, ma la narrazione documentaristica di una serie di omicidi. Il libro viene recapitato al poliziotto (Tom Berenger) che ha seguito il primo caso narrato, a cui nasce il sospetto che l'ex-avvocato sia o conosca l'assassino. Una serie di circostanze, evidentemente preparate dal vero colpevole, fanno sì che la posizione del protagonista diventi sempre più scomoda. Al punto che si dovrà improvvisare investigatore del suo stesso caso.
Le indagini avranno punto chiave nella figura di un mite insegnante universitario (Mark Pellegrino) tramite cui si arriverà a capire l'intreccio. Anche se la chiusura della vicenda viene sbrigata in pochi minuti trascurando la complessità del problema in cui il protagonista si è andato a ficcare.
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