Inizia male (uno spiegone del primo episodio, per chi se lo fosse perso), procede noiosamente per una mezz'oretta (gli abitanti dell'isola infestata dal cibo piovuto dal cielo vengono trasferiti in California), si riprende con il ritorno sull'isola, migliora ulteriormente nel finale.
Un po' una minestra riscaldata, con l'introduzione di ingredienti che creano una sorpresa ma che, a ben vedere, lasciano una certa perplessità. Anche in termini di biglietti staccati ha ottenuto un risultato buono ma inferiore a Polpette 1. Ricapitolando, meglio che la Sony Pictures Animation non si adagi sugli allori ma pensi a nuove idee (e con questo non intendo un terzo film sui puffi).
Flint, geniale e pasticcione, viene assunto dal suo idolo, Chester V (che rassomiglia tanto a uno Steve Jobs ancor più schizzato), per lavorare come inventore nella sua futuristica azienda (evidentemente ispirata alle varie Google-Apple-etc) mentre lo stesso Chester si occupa della bonifica dell'isola, che però fallisce.
Flint e i suoi amici tornano dunque a casa per completare lo sporco lavoro, ma la trovano trasformata in una specie di Jurassic Park, dove però invece di dinosauri dominano incontrastati cibi trasformati in animali, tipo, un hamburger i cui semi di sesamo sono occhi, fragole parlanti, cetriolini famelici che ricordano un po' i minion di cattivissima memoria, un po' i tre stooges, personaggi che a noi dicono poco, ma che sono ancora molto popolari negli USA.
Dopo qualche tempo (ma noi lo avevamo intuito prima) si scopre che Chester è completamente pazzo, e che la sua immagine da benefattore dell'umanità è completamente falsa. Gli interessa una cosa sola, il profitto, ed è disposto a tutto per ottenerlo. Per fortuna di Flint il lieto fine è ineludibile.
Non mi ha mai troppo fatto impazzire la saga di Piovono Polpette...
RispondiEliminaIl secondo però mi ha divertito più del primo film.