Sherlock 1.1 - Uno studio in rosa

Il titolo è una evidente citazione del primo romanzo della serie originale delle avventure di Sherlock Holmes, Uno studio in rosso (A study in scarlet), che viene seguito con moltissime libertà in questa produzione BBC firmata da Steven Moffat e Mark Gatiss.

Lo spirito del racconto è tutto sommato mantenuto, però l'azione viene trasferita ai nostri giorni e di conseguenza storie, personaggi, atteggiamenti, modus operandi di guardie e ladri, sono tutti attualizzati. Il risultato, per me che sono un fan delle avventure originali, è più che eccellente. M'è piaciuto persino di più della versione cinematografica corrente, quella diretta da Guy Ritchie con Robert Downey Jr. e Jude Law nei ruoli principali. Meno effetti speciali (il budget è notevole per una produzione televisiva europea, ma non può competere con una serie cinematografica hollywoodiana) ma una sceneggiatura più solida.

Seguendo l'originale, anche qui si presentano i personaggi principali, Holmes (Benedict Cumberbatch) è una persona piuttosto incapace di intessere relazioni sociali ma da una impressionante capacità deduttiva, John Watson (Martin Freeman) è un medico militare che ha operato in Afghanistan (come l'originale, i tempi passano ma alcuni punti dolenti nello scacchiere geopolitico restano immutati) ed è stato congedato per le ferite subite. Il poliziotto che chiede aiuto a Holmes è sempre Lestrade (Rupert Graves), e si è scelto di renderlo più simpatico di quello che era nella versione di sir Arthur Conan Doyle.

I due si installano al 221/B di Baker Street, sotto l'ala della signora Hudson (Una Stubbs), e finiscono subito nel gorgo di una indagine che ricorda vagamente quella dello studio rosso.

Esistono due versioni di questo episodio. La prima dura un'ora, ha una trama più agile e non è stata trasmessa in televisione. La seconda è più lunga di mezz'ora, include alcune varianti minori nella storia, spiegando meglio alcuni particolari secondari, e introduce due personaggi che Conan Doyle aveva riservato ad un tempo successivo, Mycroft e Moriarty, il fratello e la nemesi di Sherlock.

Pare che l'idea fosse trasmettere la versione breve come pilot, valutare la risposta di pubblico e decidere se fare la serie o meno. Il risultato è stato di qualità così elevata che si è deciso di dare per passata la prova, concedere più tempo ad ogni puntata ed espandere la trama del pilot per farle raggiungere la durata di novanta minuti. Da notare che non si è mantenuto il girato e si è semplicemente rimontato il tutto aggiungendo nuovi elementi, ma si è rifatto tutto da capo.

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