Torchwood: Miracle day (5 e 6)

Una delle caratteristiche delle precedenti stagioni di Torchwood è l'umorismo autoironico che lo permea, ereditato dalla serie originaria, Doctor Who. Nella quarta ha meno spazio. Solo alla quinta puntata mi sono finalmente fatto una bella risata, in una scena in cui il Capitano (John Barrowman) approfitta di un piano per infiltrarsi in una struttura governativa per costringere Rex (Mekhi Phifer) a tenergli il gioco mentre gioca a fare il gayissimo preoccupato per la salute del suo amato compagno (lo stesso Rex). Noto anche che questa stagione è più maschilista delle precedenti. Lo si vede già dal fatto che Gwen (Eve Myles) è lasciata in secondo piano, con Jack e Rex ad occupare i ruoli principali. Gli altri personaggi femminili, Esther (Alexa Havins) e la dottoressa Vera Juarez (Arlene Tur), sono più caratterizzati dai loro errori che dalle loro capacità. Sarà forse un tentativo di puntare alla platea classica dei racconti di azione in ambiente fantascientifico, che è tipicamente maschile.

5) The categories of life - Infiltrata

La vacanza della morte sta mettendo in ginocchio il sistema sanitario mondiale. La risposta planetaria è di creare una classificazione della vita, che viene divisa in categorie. Ad occhio distratto potrebbe anche sembrare una buona idea, ma questo vuol dire che è un burocrate a decidere chi debba essere considerato morto. I non-sani vengono convogliati in campi in cui non si capisce bene cosa succeda. Torchwood decide l'infiltrazione per scoprirne di più. Rex, Vera ed Esther entrano in un campo americano, Gwen torna a Cardiff, seguendo il padre che è stato pure lui internato. Scoprono tutti più o meno la stessa cosa. Si tratta di veri e propri campi di sterminio, gestiti da incompetenti e da personale che ritiene di fare il proprio dovere e non vuole sapere niente di più di quello che viene detto loro.
Il campo americano è gestito da un imbecille (Marc Vann) che non ha idea della mostruosità che sta commettendo, e capisce solo che gli è stato dato un posto di responsabilità che non vuole perdere, nonostante la sua evidente incapacità. Si sa che non è una buona idea provocare un idiota, ma Vera non dà retta a questa perla di saggezza, ne consegue una catastrofe.
Nel contempo, il Capitano cerca di usare quello che pensa di aver capito su Oswald (Bill Pullman) per convincerlo a lasciare la PhiCorp. Ma siamo sicuri che Jack sia un fine psicologo?

6) The middle men - Intermediari

Il titolo inglese funziona meglio, in quanto più ambiguo. Non si parla solo di intermediari in questo episodio ma anche, e forse soprattutto, di mediocrità. Vediamo infatti che il piano mostruoso che ha scatenato il Miracolo procede grazie alla mediocrità di tante, troppe persone che sono ben felici di parcheggiare il proprio cervello e lasciare che siano altri a prendere le decisioni.

Vediamo un pezzo grosso di PhiCorp (Ernie Hudson) che non riesce a capire cosa stia facendo la sua azienda, ma non se ne preoccupa poi più di tanto.
Il capo del campo dove sono entrati Rex, Vera ed Esther cade in una spirale negativa che sembra inarrestabile.
Gwen incontra svariati personaggi che ripetono il mantra "non è affar mio", riesce nonostante tutto a salvare il padre, ma si trova esposta ad un attacco da parte di chi sta dietro a tutto l'inghippo, e le viene chiesto di fare la talpa in Torchwood.

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