Godzilla

Non sono un fan del genere catastrofista, e dunque questo film non è stato pensato per me, ma occhio e croce mi pare che sia stato scritto per essere un buon prodotto medio di questa categoria.

Pur non apprezzando particolarmente storie di questo tipo, ogni tanto mi capita di vederne qualcuno, e ormai credo di averne identificato i tratti fondamentali.
Il tono con cui si narra il disastro è molto serioso, al massimo ci scappa solo una risata qua e là. Tra le eccezioni, Il dottor Stranamore, in cui la catastrofe atomica che si rischiava ai tempi della guerra fredda è satireggiata da Stanley Kubrick, e Piovono polpette, dove l'intero genere catastrofico viene parodiato e messo in ridicolo.
Muore un sacco di gente (anche se spesso i bambini vengono risparmiati). Come minimo una piccola comunità, magari creatasi casualmente come nel caso dei passeggeri di una nave (vedi Titanic), viene minacciata di estinzione, ma alla fine qualcuno (o a volte anche tutti o quasi, come nel caso della serie Airport e degli Aerei più pazzi del mondo che la prendono in giro) sopravvive. L'ovvia eccezione è Melancholia di Von Tier che in un eccesso depressivo arriva a distruggere l'intero pianeta non lasciando nemmeno un briciolo di speranza.
La causa può essere piccola come un virus, vedi World War Z o Contagion, o avere scala planetaria, come nel caso di 2012, dove è il riscaldamento del nucleo della Terra a generare sfracelli.

In questo Godzilla (affidato alla regia di Gareth Edwards) il disastro viene causato da dai bizzarri mostri che risalgono alla notte dei tempi, che vengono chiamati MUTO (Massive Unidentified Terrestrial Organism, Giganteschi Organismi Terrestri Non-identificati), nonostante uno di essi voli, e dal loro predatore, Godzilla. Però all'origine del loro riapparire c'è l'uso umano dell'energia atomica, vista come forza misteriosa capace, per l'appunto, di risvegliare mostri distruttivi. Sapendo che l'idea originale di Godzilla è giapponese, non bisogna essere dei geni per capire che si tratta di una rielaborazione del lutto conseguente alle stragi di Hiroshima e Nagasaki. Il motivo per cui continui ad avere successo credo sia da ricercarsi nella atavica paura per qualcosa che non possiamo vedere e, per molti, nemmeno ben capire.

La sceneggiatura (Max Borenstein su soggetto di David Callaham) affianca lo scontro tra i due MUTO e Godzilla alla storia della famiglia Brody, centrata in Ford (Aaron Taylor-Johnson). Costui da piccolo ha perso la madre (Juliette Binoche in una delle sue più brevi apparizioni sullo schermo) a causa di una misteriosa catastrofe nella centrale nucleare dove lei lavorava col marito. Il giovane Brody dà la colpa al padre (Bryan Cranston), e si fa una vita lontano da lui. Per esigenze di sceneggiatura entra nell'esercito e diventa esperto nel disinnescare bombe, si sposa con Elle (Elizabeth Olsen) e hanno un figlio. Questi ultimi due personaggi hanno l'unico senso nella storia di non dover morire. Anche perché Brody padre morirà tra le braccia di Brody figlio facendolo giurare di salvarli.

Una certa importanza nello sviluppo della trama umana è dato al dottor Ishiro Serizawa (Ken Watanabe) che sosterrà l'ipotesi di lasciar fare a Godzilla, visto come forza riequilibratrice dello scompenso generato dagli umani.

La narrazione della storia solleva un gran numero di perplessità (giganteschi animali che si nutrono di radiazione atomica? Godzilla predatore che uccide le prede ma non se le mangia?) ma il punto che ha causato maggiori discussioni nei fan della serie è stato quello relativo alla forma fisica del protagonista. Godzilla è apparso infatti decisamente sovrappeso rispetto allo standard.

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